giovedì 16 dicembre 2010

Maria Montessori: le ragazze salvano il mondo.

Sempre più spesso, nelle sue scorribande virtuali, Calzelunghemom si imbatte in blog e siti che fanno riferimento al lavoro di Maria Montessori, e questo la riempie di gioia perchè ha sempre avuto un debole per quella ragazza!
Come non averlo...
Studentessa non proprio brillante agli albori, Maria vive a cavallo tra 1800 e tutta la prima metà del 1900 e si muove seguendo il proprio istinto.
Rifiuta i progetti che i genitori avevano fatto per lei e con passione si lancia incontro ai propri interessi.
Muovendosi per tentativi, arriva in fondo a vie che si aprono su nuove strade, senza timore di mettersi in gioco, costruendo un pensiero organizzato a partire da una moltitudine di esperienze...un percorso che è già il suo metodo: la libertà che da sola genera la disciplina, la creatività che da vita al pensiero.
Come non amarla!
Quando pensa a lei Calzelunghemom pensa soprattutto a questo, al suo lato punk, anarchico, ribelle, che non è però fine a se stesso, che non è affatto un fine, ma uno strumento di conoscenza, di pensiero, di riflessione sulla realtà.
Eppure quando parliamo di Maria Montessori tutti abbiamo in mente i lettini dell'ikea, i tavolini di alcuni, illuminatissimi, asili, le seggioline colorate, i giochini didattici.
Rigidamente, talvolta, parliamo del suo metodo e qui si sprecano gli aspetti proiettivi che mettono in contrapposizione il bambino buono con l'adulto ormai corrotto, come se si trattasse di universi separati.
Capita di leggere di persone che, sviluppando funambolici parallelismi, chiedono di pensare a come ci si sentirebbe mettendosi al posto dei propri figli, come se fra noi e i nostri figli ci fossero muri da superare e non cordoni ombellicali da mentenere vitali, come se realmente questa fosse un'operazione che è possibile compiere intellettualmente invece di viverla con la pancia, tutti i giorni.
Maria Montessori è stata una gran donna.
Ha avuto l'intelligenza di interrogarsi continuamente su ciò che faceva, ha saputo vedere ciò che non le piaceva del mondo in cui viveva è ha avuto il coraggio di lavorare per trasformarlo.
Poi sono passati gli anni.
Viviamo in una società che, del mettere il bambino al centro (ma al centro di cosa? Il entro non mi sembra un gran posto per un bambino, io i miei bambini li voglio accanto, difronte, in braccio, non al centro...), ha fatto un affare pazzesco.
Le famiglie, oggi, sono spesso centrate sul bambino e più o meno consapevolmente si desidera che lui sia estroso, creativo, brillante, originale: un mucchio di roba insomma!
Calzelunghemom ne conosce a decine, piccole pesti impertinenti che dormono in simpatiche brandine (riordinate al mattino dalle tate) e hanno sempre la prenotazione pronta per ogni tipo di laboratorio o altra attività altamente formante.
Maria Montessori era una donna libera, una pensatrice, una combattente.
Una che ci metteva del proprio, che non se ne stava.
I lettini, le ciotoline, le seggioline erano solo mezzi. Erano il suo modo di mettersi accanto al bambino. Non erano il fine del suo pensiero.
Perchè il fine è educare alla libertà, al pensiero divergente, all'autodeterminazione.
Costruire un mondo migliore.
Questo Calzelunghemom vuole insegnare ai suoi figli.

mercoledì 15 dicembre 2010

non è mai troppo tardi

Ci sono giorni in cui ogni più piccola parte di Calzelunghemom è tesa nello sforzo di cambiare.
Cambiare cosa? Si chiede lei, nel tentativo di dare un nome alle emozioni che le si agitano dentro.
Cambiare tutto. E' la sola risposta che si sente di dare a se stessa.
Eppure la maggior parte delle cose non le cambierebbe.
Cambierebbe se stessa, quello sì.
Quand'era ragazzina prendeva carta e penna e scriveva:
Ora basta, da oggi....e arrivata in fondo le sembrava di essere già una persona migliore.
Ora che è diventata adulta per lo più parla con sè stessa, ma ogni tanto ancora scrive.
Non è mai troppo tardi:
per smettere di essere arrabbiati
per provare ad essere gentili
per dare ad ogni cosa il giusto peso
per non sentirsi invasi dalle paure
per smettere di urlare
per smettere di pensare che gli altri ci abbiano rovinato la vita
per imparare a mettere qualche confine
per imparare a tenere alcune cose solo per sè
per credere nelle cose che si fanno
per credere in sè stessi
Da ora, da subito.