mercoledì 30 giugno 2010

indovina che c'è per cena

Ore sette pm,
casa calzelunghe,
cucina.
Boy e Girl stravaccati sul divano attaccano adesivi (si chiamano stickers, mamma) su un vecchio diario, Bebè se la dorme alla grande tanto per chiarire a tutti che stanotte darà il meglio di sè.
Calzelunghemom, nascosta da una massa indomita di capelli che da mesi non vedono un paio di forbici (e spesso neppure il pettine!), ha apenna finito di lavare, affettare, mescolare e condire verdure crude per l'insalata, da accompagnare con formaggio di capra bio, acquistato durante uno dei suoi schizzofrenici raptus salutisti.
Intanto sul fuoco bolle Il Minestrone.
Papà Calzelunghe, reduce dall'ennesimo tuffo nel giornale entra in cucina da un'occhiata al pentolone ed esclama:
-e se stasera cucinassi io-
Va detto che tutti i maschi Calzelunghe vanno matti per la cucina, peccato che se ne ricordinio sempre dopo il tramonto...
-Ho fatto Il Minestrone- esclama Calzelunghemom, indicando con il cucchiaio di legno (e un'innegabile aria di sfida) i fornelli da cui proviene il minaccioso ribollio
-Noooo!!!!- Urlano in coro i terribili infanti interrompendo per un nanosecondo l'appicicaticcia attività.
-e se facessimo anche delle fettine impanate?- domanda papà Calzelunghe con tono candido ed innocente .
-Siiii!!!-Urlano in coro le due canaglie come se qualcuno avesse chiesto loro un parere
-piano che svegliate Bebè- esclama papà Calzelunghe nella sua migliore interpretazione del sè stesso autorevole, capace di offrire complicità e protezione alla moglie facendosi custode dell'armonia familiare.
Ma Calzelunghemom non si lascia abbindolare: sono anni che sgama macchinosi sabotaggi da parte di quella banda di carnivori.
- fettine impanate...magari!-esclana soave- certo sono quasi le sette, bisogna uscire per comprarle, impanarle, friggerle....e, se esci, potresti fare la spesa per domani....
Panico sul volto di papà Calzelunghe: va detto che i maschi Calzelunghe odiano fare la spesa...soprattutto negli affollati supermercati del dopo tramonto....
-ohhhh!- sospirano rassegnati, in coro, gli intuitivi marmocchi
Calzelunghemom sta segretamente ballando la danza della vittoria, quando:
- Potremmo ordinare il kebab-
-siiiiiii
-uuueeee!
-'fanculo tutti
SIPARIO

sabato 26 giugno 2010

Calzelunghemom: la genesi.

Vi dirò come è andata.
Un bel giorno la piccola Calzelunghe crebbe, e con lei crebbero anche tutti i suoi amici: il cavallo, la scimmia, il pappagallo e anche i due simpatici bambini vicini...e si sa come vanno queste cose: c'è chi si sposa (la scimmia), chi va a studiare all'estero (il cavallo), chi vola verso altri lidi (va beh, è chiaro che sono i simpatici bambini vicini) e chi finisce in terribili giri malavitosi (il pappagallo).
La piccola calzelunghe...che ormai piccola non era più..si ritrovò perciò sola.
Per un pò se la spassò (da non credere alla fatica che si fa per tenere in disordine una casa in cui vivono tutti quegli animali e bivaccano tutti quei vicini) ma dopo un pò cominciò ad annoiarsi.
-Urge un diversivo- si disse.
Così scrisse un sms, lo mise dentro una bottiglia e lo inviò al suo ormai vecchio padre che le rispose saggiamente:
-Investi in una carriera!( e sì! Il vecchio calzelunghe, nel frattempo, aveva rivisto la sua filosofia di vita, si era trasferito a New York ed era diventato un pò yuppi)
La piccola calzelunghe non se lo fece ripetere due volte e si disse:
-sì! Diventerò un pirata- e per far capire che non stava scherzando si iscrisse alla facoltà di lettere.
Lì La Calzelunghe si trovò niente male.
C'erano un sacco di aspiranti pirati con variopinti look pirateschi e variopinte idee piratesche e lei ne fece e ne vide di tutti i colori: partecipò numerose occupazioni, manifestazioni, mobilitazioni, disse e pensò (esattamente in quest'ordine) tutto quello che le passava per la testa e riuscì persino a dare qualche esame e a laurearsi ma, prima, LO incontrò.
LO era il genere di uomo per cui una Calzelunghe perde la testa: immaginatevi un frullato di Capitan Harlock e kurt Cobain (senza cicatrice e senza eroina...ma con le converse) e si sa, da cosa nasce cosa e in men che non si dica i due erano sposati, avevano acceso un mutuo e si destreggiavano nella giungla dei nuovi contratti di lavoro che a saperlo prima avrebbero studiato da Tarzan...
I calzelunghe (sì! LO era un tipo emancipato ed aveva preso il cognome di lei, aveva anche promesso che avrebbe lavato i piatti e fatto i letti e pulito il bagno...ma poi si era disemancipato ) erano il genere di coppia piratesca che tutti voi potete immaginare e cosa importantissima si volevano molto bene, eppure.....
-c'è qualcosa che non va- scrisse un giorno La Calzelunghe in una e-mail -c'è qualcosa dentro di me che non è felice- poi mise la e-mail in una bottiglia e la spedì al suo vecchio padre.
-metti a frutto i tuoi talenti- rispose saggiamente il vecchio Calzelunghe (che nel frattempo si era trasferito in San Francisco dove lavorava come counsuler)
La Calzelunghe ci pensò su e poi rispose:
-i miei talenti non valgono un granchè.
ho la forza, una forza gigantesca, poteri far girare l'intero pianeta sopra il mio indice se fosse necessario
ho la fantasia, una fantasia fervidissima talmente galoppante che neanche ce la faccio a pensarle tutte le cose che mi immagino
e ho la pazienza, pazienza a secchiate se necessario.
Ma che ci faccio?
-Non disprezzare i tuoi talenti- rispose il vecchio padre - per ognuno di essi ci sono mille cose cose che potrsti fare e mille Calzelunghe che potresti diventare, ma c'è una sola Calzelunghe per cui serva una forza gigantesca, una fantasia galoppante e secchiate di pazienza....-
E fu così che La Calzelunghe diventò mamma, anzi Calzelunghemom.

giovedì 24 giugno 2010

Alien

oggi mi sono sentita così, per quasi tutto il tempo: un'aliena, e quando non mi sentivo un'aliena mi sentivo sbagliata, tutta sbagliata dalla testa ai piedi.
Me ne stavo lì, in mezzo a queste persone che ormai conosco da un pò di tempo ma che improvvisamente mi sono apparse così distanti, chiedendomi come ci sono finita io in mezzo a loro, su quale navicella spaziale mi sono smarrita per ritrovarmi tra persone con cui, in realtà, non condivido niente.
Non so cosa abbia innescato questa roba, voglio dire è chiaro che io sono fatta a modo mio e gli altri sono fatti in altro modo, ma a volte certi altri modi mi entrano dentro, e mi offendono. La mediocrità, per esempio, il sentirmi ricacciata in un mondo dove ci si misura costantemente a vicenda con malizia, di più, con cattiveria, e se vuoi stare dentro devi ridere e se non ridi sei fuori...non so ma forse mi sono ripiombati addosso gli anni del liceo, quando essere dentro o essere fuori significava non essere mai troppo o troppo poco qualcosa...vivere dentro un costante profilo medio su cui le regine del Ti Giudico vigilavano.
Io ho quasi sempre ballato da sola, allora, e ballo sola anche adesso.
Gli amici e le amiche, come l'amore, non hanno mai avuto per me il sapore del compromesso.
Allora che ci facevo oggi lì ad ascoltare tutte quelle cazzate su attici e fred perry?
I figli e i loro amici, chi sono io per pretendere che anche loro ballino soli?
E così resto lì anche se non rido, e guardo mio figlio, bellissimo, giocare a pallone con i suoi amici, correre felice sull'erba inconsapevole di tutti i miei deja vue e dei discorsi malsani che circolano nel mondo degli adulti.
Intanto nella mente sento la voce di thom yorke che canta
What the hell am I doin’ here?
I don’t belong here

mercoledì 16 giugno 2010

specchio specchio delle mie brame.....

ma in quale deserto sto abitando?
eppure giro per la città, vedo persone...ok per lo più sotto i dodici anni, ma spesso sono accompagnate...e d'accordo, da diversi mesi ormai, tra me e il mondo esterno si frappone una membrana, non solo psichica, questa enorme noce che un tempo era la mia pancia ed adesso è la mia piccola infilata dentro fortunosi mezzi di trasporto appesi alle mie spalle...e poi c'è questa cosa dell'allattamento a richiesta che, lo ammetto, porta chi ti sta intorno a non indugiare a lungo con lo sguardo...ma CAVOLI PERCHE' NESSUNO MI HA DETTO CHE UN INTERO ECOSISTEMA SI E' SVILUPPATO ED E' CRESCIUTO TRA LE MIE SOPRACIGLIA?
Insomma uno schifo...come se non beastasse la panciotta molliccia, i capelli che cadono e lo sguardo allucinato....dove diavolo si è cacciata la mia FATA MADRINA?
Urge un piano,
Vi terrò aggiornati...intanto, per ora mi armo di puinzetta e strappo.

venerdì 4 giugno 2010

Fulmini e Saette

Ok, piratina dorme, la lavatrice gira, ho lavato la maglietta a Piratello che pomeriggio se la deve mettere, asciugherà? Se mai accendo un calorifero, che con questo caldo papà calzelunghe è la volta che mi molla...ma tanto è al lavoro, comunque forse si asciuga da sola altrimenti c'è sempre il phon.... Piratella oggi non ha impegni però devo ricordarmi di portare le sue scarpe dal calzolaio che sono due giorni che gira con quelle da trecking e con questo caldo non è il massimo...però forse dovrei provarle i sandali di suo fratello dell'anno scorso che li ha messi così poco che sono quasi nuovi...poi c'è la spesa e questi amici a cena con un bambino che non mangia un fico (cosa si prepara per un bimbo a cui non piace niente?), e non ho ancora fatto i letti e devo ricordarmi di preparare la richiesta di aspettativa da portare lunedì al lavoro che se no mi licenziano...e quanto a stirare io ormai piego e basta ma anche piegare prende il suo tempo....
Da bambina sognavo avventure su navi corsare, solcando mari in tempesta, una bambina treccioluta con occhi e nasino puntati lontano, tra eroi silenziosi e inquieti dei quali naturalmente mi sarei innamorata, perennemente in viaggio verso altri dove ed altri quando.... che, crescendo, su mari metaforici ci sono pure stata e il mio eroe silenzioso e inquieto l'ho anche incontrato e l'ho anche sposato...solo che poi non era più così silenzioso (beh, è rimasto inquieto!...)...e...Fulmini e saette, Piratina si è svegliata!

giovedì 3 giugno 2010

Legoland

Volevo scrivere un post sull'allattamento, una cosa COME IL DECALOGO DELLA MAMMA CHE ALLATTA...un progetto senza ambizioni...però piratina ha l'aria di non voler dormire ancora a lungo e così rimando il post biblico e mi lancio in una breve dissertazione sul senso della vita.
Un pò come costruire un grande lego avendo a disposizione un mucchio di pezzi ma non uno schema predefinito, nè tanto meno le istruzioni. All'inizio metti i pezzi a caso, sperimenti; provi a stravolgere lo schema che ti hanno cucito addosso, lo schema che hai visto mettere in atto da altri, magari combini qualche casino e ogni volta ti tocca ricominciare da capo. Con un pò di fortuna dopo un pò cominci a capire quali pezzi ti occorrono davvero, magari li scegli "a caso" ma una volta scelti sai riconoscerne l'importanza e li maneggi con cura. Sempre meno pezzi, sempre più importanti....e così la vita va avanti e tu costruisci ne costruisci il senso.... forse oggi è Santa Metafora.