martedì 9 novembre 2010

ghost worker

Mi alzo alle sette, sveglio i bambini, sveglio il marito, preparo la colazione, regolo l'elastico dei jeans di Boy (ma dove ve a finire tutto quel cibo?), insisto perchè si metta la felpa pulita, ti sei ricordato lo zaino? Aiuto papà Calzelunghe a cercare gli occhiali (li perde apposta, è chiaro, per costringermi a cercarli...), sempre dondolando, mantre tengo una neonata sul fianco.
Poi padre e figlio escono, e io mi dedico alle bambine di casa, così allatto bebè mentre girl si prepara, poi mi preparo anche io (circa cinque secondi a disposizione, mentre girl intrattiene la piccola urlatrice), quindi preparo Bebè, la metto nella fascia, pettino Girl
-oggi facciamo le treccine mammma?-
-abbiamo preso tutto, niente da firmare, niente da comprare, inglese è domani, giusto?-
Siamo per le scale, una mamma con neonato e una bambina con le trecce.
Dieci minuti di cammino a passo sostenuto, attraverso vicoli e stradine mattonate, che da brava ragazza di periferia mi sorprendo sempre ritrovandomi nel cuore di questa città appena sveglia.
Eccoci di fronte alla scuola, appena in tempo per l'appuntamento con Gaia e Caterina: missione pesci rossi compiuta.
Girl e le due amiche saltellano felici, in un sacchetto la vaschetta con i pesciolini rossi che hanno deciso di regalare alla classe.
Saluto Girl: un bacio grande, è bello vederti così felice bambina mia.
Qualche parola con qualche altra mamma ed eccomi sulla strada del ritorno. Bebè si addormenta nella fascia a pochi metri da casa. Una volta dentro provo a metterla nel lettino. Dorme. Faccio un caffè, comincio a rifare i letti.
Bebè si sveglia, ciuccia un pochino, si riaddormenta, riprovo a metterla giù, finisco di fare i letti, piego le cose mollate lì dai miei figli, metto un pò d'ordine, preparo una lavatrice, Bebè è sveglia.
Di nuovo fuori, il tempo è bello, la porto un pò al parco dell'Acquasola che ormai è tutto un cantiere perchè stanno costruendoci sotto un parcheggio, però è un posto che mi rilassa, con i suoi colori autunnali e il suo chioschetto.
Poi, se metto Bebè a sedere sul tartan dell'area giochi, lei si guarda intorno rapita, ed è così bello guardarsi intorno attraverso i suoi occhi che sono di un colore così diverso da quello di tutti gli altri miei figli.
Sono così felice che tu ci sia, piccolina, che me ne sto li imbambolata a guardarti e mi tornano in mente vecchie parole di una canzone di Susanne Vega che faceva:
We go to the playground in the winter time....
e visto che che sono dell'umore giusto te la canto e tu ridi, continuando a guardarmi come se fossi la custode di tutti i segreti del mondo.
Poi però ti arrabbi e vuoi mangiare e così, ancora una volta, un pò furtivamente, eccoci di nuovo impegnate in questa antica danza , tu ed io, con te che ciucci e io che respiro il tuo profumo.
Pochi minuti dopo siamo alla coop e facciamo la spesa e come sempre ci carichiamo, perchè così va la vita e poi di corsa a casa che è già mezzogiorno.
A casa provo a mettere Bebè sul seggiolone, ma non vuole, sul tappeto, ma neanche...così taglio la cipolla e le zucchine ad intervalli regolari, intanto prendo e metto giù Bebè, che, è evidente, ha sonno, ma prima di farla dormire vorrei provare a darle un pò della sua minestra che è quasi pronta.
Bavaglino, cucchiaino, minestra della temperatura giusta, Bebè sempre più incazzata, riesco a farle mangiare circa un quarto di quello che c'è nel piatto, poi la cambio e l'attacco alla tetta.
Bebè dorme. Finisco di preparare il pranzo, stendo la lavatrice, metto a posto la spesa, arriva Boy
-mamma sono venuto da solo, Fede oggi non c'era-
-Bravo Boy, come è andata a scuola?
Siamo seduti a tavola e mangiamo Boy mi mostra le carte dei Pokemon che ha ricevuto in regalo dal padre di una sua compagnma di classe, appena tornato dal Giappone.
-Ti piaciono?-mi chiede
-Sono scritte in giapponese?-domando
Mi fissa come per capire se scherzo, poi mi comunica che devo guardare tutte le carte e decidere quale mi piace di più e quindi mettere le altre in ordine di apprezzamento e scusate ma devo proprio mettere e posto la cucina e Boy, caro, perchè non cominci a fare i compiti se poi devi andare a calcio?
-C'è Inglese, mamma, mi devi aiutare.
E così studio inglese, mentre metto a posto la cucina, poi studio arte, e storia, e faccio finta di capire come si fanno alcuni assurdi compiti di matematica, l'importante è saper fingere bene perchè Boy da solo se la cava alla grande..
Bebè è di nuovo sveglia, la prendo, ha fatto una cacca puzzolentissima, la lavo, già che ci sono le faccio un bagnetto, Boy accorre con la macchina fotografica
-le faccio il bagnetto tutti i giorni Boy-
-è così buffa in acqua.-
Di nuovo fuori. Io e bebè. Boy resta a casa una mezz'ora, poi va a calcio, tirandosi dietro la porta.
Davanti a scuola faccio un pò di pubbliche relazioni, accetto inviti a feste di compleanno, elargisco consigli sull'allattamento a richiesta, mostro interesse per le iniziative del comitato genitori...ecco GIRL!
Vigliaccamente mi nascondo dietro la mia adorata, trecciolutissima figlia.-
-mamma, ti abbiamo scritto un biglietto di ringraziamento
-a me?
-A te, alla mamma di Gaia e alla mamma di Caterina, per i pesci
-i pesci!
Ma è già troppo tardi, Girl è volata in piazzetta e gioca a ghiacciolo.
Altri dieci minuti di PR, poi
-Girl, dobbiamo andare a danza
Via.
Di nuovo in strada, questa volta in discesa, i vicoli, le viuzze, eccoci a scuola di danza.
Girl va a cambiarsi, Bebè rispondendo ad uno strano meccanismo interno che le permette di orientarsi meglio di un Boy Scout inizia ad urlare. Di solito quando arrivo qui le do la merenda.
Bebè ciuccia, Girl inizia la lezione.
Sospiri deliziati delle altre mamme presenti, anche se qualcuno comincia trovare un pò strano che ad otto mesi...
-davvero ciuccia ancora
-direi di si, se no che ci farebbe arpionata alla mia tetta?
Ancora fuori, approfitto per fare due passi con bebè e lanciare un occhiata al campo di calcio per vedere se Boy è arrivato. E' lì. Ok.
Torno indietro, recupero girl tutta contenta, prendo al volo un litro di latte che la mattina mi sono scordata.
Di nuovo su per le scale. Merda a Boy serviva la carta da lucido. Giù per le scale, in cartoleria. Poi tutti a casa. Ecco papà Calzelunghe, non ho idea di che giornata ha avuto, sì, beh! in effetti un idea ce l'avrei...se tornassi a lavorare anche io...
Invece per ora non torno, uso l'aspettativa e le ferie, e così mentre papà Calzelunghe si lava e si cambia e guarda le notizie e si delizia della presenza di Bebè e dei racconti pesceschi di Girl io preparo la cena, carico un'altra lavatrice, faccio fare il compito di inglese a girl, apro la porta a Boy, allatto ancora un pò bebè, aiuto Boy a prendersi la biancheria pulita, do a tutti da mangiare, riallatto Bebè, la cambio le metto il pigiama, l'allatto ancora un pò, si addormenta, la metto a letto, metto a letto i ragazzi, mi faccio raccontare la cosa più bella della giornata, do loro un bicchiere d'acqua, un bacio grande grande, spengo la luce, mi infilo a letto. Papà calzelunghe già dorme. Lui lavora. Io no, perciò accendo il computer...

mercoledì 3 novembre 2010

da lolacorreancheinbici a oh mamma e cose da un altro mondo

Ve lo dico: mai mandato avanti una catena di Sant'Antonio in vita mia...nonostante minacciassero sfighe infinite, quelle che mi giungevano da bambina.
Però sta volta mi sa che lo faccio, la mando avanti...dopotutto si cambia, si cresce, si fanno esperienze nuove e poi c'è sempre una prima volta!
(e il copia e incolla aiuta...se si è pigri!)

1) Quando le maestre, le prof e i parenti domandavano "E tu, cosa vorresti fare da grande?" cosa rispondevate? Cosa avete sognato più e più volte di fare? Quanti mestieri? Quanti sogni?

Credo di aver dato risposte sempre molto fantasiose e poco attinenti con la realtà. Questo ai miei insegnanti non piaceva e spesso venivo rimproverata di stare poco con i piedi per terra. In generale sognavo la libertà, l'assenza di vincoli, una vita vagabonda....a volte la sogno ancora...
Da adulta ho scoperto che non è muovermi senza legami che mi rende libera, ma provare ad essere me stessa, tirarmi fuori dal marmo dandomi forma....o qualcosa del genere...

Quali erano i vostri cartoni animati preferiti da piccoli? Con quali giochi vi divertivate?

Mi piaceva giocare agli indiani. Con i miei cugini, nelle lunghe estati che trascorevamo insieme, creavamo interi mondi fatti di tribù, battaglie, scene a cavallo ma anche balli e cibi da preparare, un delirio collettivo, durato a lungo.
Quando non indianeggiavo mi piaceva giocare al gioco dell'elastico (qualcuno se lo ricorda?), a campana e con le bambole.
Alla tv guardavo un pò di tutto...amavo in particolare le avventure di capitan Harlock, per la malinconia struggente e strisciante che percepivo e che mi rapiva e mi rapisce ancora quando vi incappo.

3)Indicate il vostro compleanno più bello e perchè.

I miei compleanni non mi piaciono. Da quando sono diventata mamma mi piace vedere i miei figli contenti di festeggiarmi. Mi rallegro per procura, tutto qui.

4) Quali sono le cose che volevate fare e non avete ancora fatto?

Ci sono un mucchio di cose che avrei voluto fare e non ho (ancora?)fatto. Forse alcune prima o poi le farò, altre probabilmente le farà qualcun altro. Mi piace pensare che progetti e sogni sboccino avunque e di continuo, perciò non rimpiango troppo quelli vecchi....

5) Ai tempi quale fu la vostra prima passione sportiva e non?

Ho nuotato, nuotato e nuotato. Come molte bambine della mia generazione sognavo un tutù bianco con cui danzare, e intanto nuotavo con il mio costume olimpionico, blu scuro con le bande azzurre.

6) La cosa più bella chiesta da piccini a Babbo Natale.

Temo di non averci mai creduto. Ma ero una bambina generosa e probabilmente avrei chiesto qualcosa di universale, tipo sfamare tutti i bambini del mondo...

7) Il vostro primo idolo musicale.

Robert Smith, dei Cure, una vera malattia...ma anche Morrissey degli Smiths e, tra le ragazze, Siouxsie And The Banshees.

Mi sa che è tutto...la mia prima catena...non si finisce mai di imparare.....
Grazie Adriana/Lola il testimone a oh mamma e cose da un altro mondo