mercoledì 25 maggio 2011

slow food

Ci sono famiglie in cui quello dei pasti è un momento di gioia e condivisione, famiglie in cui si ringrazia la mamma per il cibo messo in tavola e le si fanno i complimenti per come cuoce i fagiolini o stufa gli spinaci.
Famiglie in cui può capitarti di sentir dire:
-questo risotto alle erbe selvatiche è buonissimo, mamma, che tipo di riso integrale hai usato?
Poi ci sono i Calzelunghe.
-Cos'è questa cosa verde che galleggia nella brodaglia?
-basilico, Boy, basilico.
-dici sempre basilico perchè sai che mi piace il pesto, ma poi sono spinaci, o piselli o...Girl come si chiamano quelle verdure puzzolenti che voleva farci mangiare a Natale
-broccoli, behah!!! Che schifo, puzzavano....
-i broccoli sono buonissimi e fanno benissimo...forza smettete di tormentare vostra madre
-se sono tanto buoni perchè cerchi sempre una scusa per non mangiarli, i tuoi amatissimi broccoli....
-non dite sciocchezze, papà adora i broccoli, vero?
Colpi di tosse nervosa, interlocutori sorsi d'acqua
-respira, papà, respira-
-scusate, stavo soffocando...
-Sì certo. Guarda che lo sappiamo tutti che fai così per non mangiare la minestra
-Già, come quella volta che ti sei fatto venire la sudarella e dicevi che sentivi il cuore nella gola e sei andato a farti misurare la pressione ma lo sappiamo tutti che sei uscito a mangiarti un panino con il wurstel
-sì, il cot dog... la mamma ha trovato tutta la maionese sulla maglietta...
-non era maionese, era senape..
-no, era maionese
-no, era senape
-mamma era senape o maionese
Silenzio
-rispondi mamma cos'era?
-era basilico
??????
Ci sono mamme, in giro, desiderose di essere adottate.

lunedì 23 maggio 2011

mess

-mamma Gulli non mi ama più, Gaia dice che adesso è innamorato di lei...
-davvero?
-Sì, Gaia è sicura, le ha anche regalato un cuore con scritto "gaia"...
-povera girl, e a te dispiace
-un pò. Gulli è simpatico, voglio dire, per essere un maschio...
-magari Gaia si è sbagliata...
-no...era la scrittura di Gulli, ha anche fatto un errore: ha scritto Gaia con la minuscola....
-beh, per fortuna non l'ha scritto con la gl
-no, ha solo dimenticato una maiuscola..
-gli è andata bene! Alcuni prof delle medie si arrabbiano parecchio per un errore di ortografia
-si, va beh, ma noi siamo alle elementari
-il fatto è che non leggete abbastanza...state sempre lì a perdere tempo con questo e con quello, ma un libro vero mai
-ma se ho appena terminato il diario di una schiappa
-ecco appunto, parlavo di libri, non di schiappe
-mamma che c'entrano i libri con l'amore
-c'entrano, c'entrano e se leggeste di più lo sapreste e non fareste stupidi errori di ortografia...
-mamma ma io leggo e la mia ortografia è ok
-libri girl, libri veri
-ok, ok. Ma che ti prende?
-niente, niente...vuoi un pò di mela grattuggiata
-?????
Quando si hanno tre figli con età che vanno dall'asilo nido alla prima media non è sempre facile ricordarsi qual'è quello da nutrire, quello da spronare o quello da confortare.
Peggio, visto che poi tutti vanno nutriti, spronati e confortati il vero problema e ricordarsi come.
Così può capitare di incontrare un bimbo calzelunghe di undici anni infagottato dentro un pannolino bianco e con il pollice ficcato in bocca, una bimba di otto anni dotata di chiavi di casa e biberon rosa ed una neonata di quattordici mesi con zaino eastpack in spalla.
Calzelunghemom fa quello che può.
Ma a volte non è abbastanza!

martedì 17 maggio 2011

risvegli

Era stato un lungo inverno.
Erano accadute tante cose.
Calzelunghemom si era alzata ogni mattina ed era andata a dormire ogni sera con la convinzione che bisognasse tenere e tenere e tenere.
Ed aveva tenuto.
Lentamente il freddo aveva allentato la stretta ed erano arrivati i primi caldi, umidi, soffocanti, quasi estivi.
Il mondo, là fuori, raccontava spesso storie tristi che Calzelunghemom non aveva voglia di ascoltare, storie di violenza, di catastrofi, di umana follia.
Andarsene, nascondersi, trovare un luogo dove poter abolire tutto, dove fare pratica di altri modi e altri spazi di vita.
Fuggire.
La scuola media di Boy si era rivelata, in larga misura, un luogo dove disimparare quasi tutto: studia da questa pagina a quest'altra, cancella le parole che non mi piaciono, non pensare senza chiedere il permesso, non entusiasmarti senza essere autorizzato, non fare domande inopportune, adeguati, attieniti, conformati.
E da bravo ragazzo Boy si era adeguato.
Ogni tanto, durante i lunghi pomeriggi invernali, seduto difronte al suo libro, un guizzo nel suo sguardo tradiva la sua vera natura piratesca: l'ammrazione per Ulisse, la compassione per Priamo e lo stupore difronte ad Achille che preferiva una vita breve e gloriosa al dono divino dell'immortalità....ma erano emozioni rubate all'imperativo assoluto dell'attenersi a quanto richiesto.
Girl, improvvisamente, non era più la piccolina di casa.
Scalzata via dalle urla tenaci di Bebè che reclamava per sè tonnellate di attenzioni, si aggirava raminga per i vasti territori dei nuovi equilibri familiari alla ricerca di un luogo nuovo a cui appartenere.
Calzelunghemom lo vedeva, lo sentiva, in qualche modo viaggiava insieme a lei.
-Dovrei trovare il modo di guidarla- dicevava sè stessa qualche attimo prima di essere risucchiata dall'ennesimo compito in classe di boy, abbraccio di Bebè, telefonata di Papà, improvviso cedimento al sonno....
Bebè cresceva, camminava, parlottava, modulava con mille sfumature la parola mamma, mangiava pezzetini di focaccia, faceva ciao con la manina, dedicava a Calzelunghemom sguardi innamorati da capogiro e poi ciucciava, ciucciava e ciucciava....
L'aspettativa post partum cominciava a scarseggiare, Calzelunghemom si era imbarcata in un faticoso tentativo di progressivo rientro al lavoro, e questo aveva reso tutto più stancante, doloroso, faticoso.
Bebè frequentava due mattine la settimana l'asilo, la terza mattina stava con la nonna...
Il tempo sembrava non bastare mai.
La casa sembrava dotata di vita propria: il disordine non viaggiava più da una stanza all'altra, il disordine era ovunque!
Che cosa c'è per cena?
Non mi piacciono gli spaghetti!
Mamma dov'è la mia maglietta rossa?
-dove diavolo sono andata a finire?- si chiedeva ogni tanto Calzelunghemom guardandosi allo specchio, ma prima di riuscire a rispondersi stava già occupandosi di qualcos'altro.
Poi un mattino.
Un mattino dei soliti, con le tazze sul tavolo, il latte fuori dal frigo, i pigiami sul pavimento.
Un mattino di accompagnamenti vorticosi e ritardi sul cartellino.
Un mattino di sole e di aria e di cieli azzurri sorpresi fra le case.
Un mattino di primavera.
-LA MIA VITA MI APPARTIENE- si era detta Calzelunghemom camminando svelta verso l'ennesima cosa da fare.
-ho quarant'anni e questa è la mia vita! Al timone ci sono proprio io e anche se la rotta è spesso nebulosa a me piace il viaggio che sto facendo.-