giovedì 16 dicembre 2010

Maria Montessori: le ragazze salvano il mondo.

Sempre più spesso, nelle sue scorribande virtuali, Calzelunghemom si imbatte in blog e siti che fanno riferimento al lavoro di Maria Montessori, e questo la riempie di gioia perchè ha sempre avuto un debole per quella ragazza!
Come non averlo...
Studentessa non proprio brillante agli albori, Maria vive a cavallo tra 1800 e tutta la prima metà del 1900 e si muove seguendo il proprio istinto.
Rifiuta i progetti che i genitori avevano fatto per lei e con passione si lancia incontro ai propri interessi.
Muovendosi per tentativi, arriva in fondo a vie che si aprono su nuove strade, senza timore di mettersi in gioco, costruendo un pensiero organizzato a partire da una moltitudine di esperienze...un percorso che è già il suo metodo: la libertà che da sola genera la disciplina, la creatività che da vita al pensiero.
Come non amarla!
Quando pensa a lei Calzelunghemom pensa soprattutto a questo, al suo lato punk, anarchico, ribelle, che non è però fine a se stesso, che non è affatto un fine, ma uno strumento di conoscenza, di pensiero, di riflessione sulla realtà.
Eppure quando parliamo di Maria Montessori tutti abbiamo in mente i lettini dell'ikea, i tavolini di alcuni, illuminatissimi, asili, le seggioline colorate, i giochini didattici.
Rigidamente, talvolta, parliamo del suo metodo e qui si sprecano gli aspetti proiettivi che mettono in contrapposizione il bambino buono con l'adulto ormai corrotto, come se si trattasse di universi separati.
Capita di leggere di persone che, sviluppando funambolici parallelismi, chiedono di pensare a come ci si sentirebbe mettendosi al posto dei propri figli, come se fra noi e i nostri figli ci fossero muri da superare e non cordoni ombellicali da mentenere vitali, come se realmente questa fosse un'operazione che è possibile compiere intellettualmente invece di viverla con la pancia, tutti i giorni.
Maria Montessori è stata una gran donna.
Ha avuto l'intelligenza di interrogarsi continuamente su ciò che faceva, ha saputo vedere ciò che non le piaceva del mondo in cui viveva è ha avuto il coraggio di lavorare per trasformarlo.
Poi sono passati gli anni.
Viviamo in una società che, del mettere il bambino al centro (ma al centro di cosa? Il entro non mi sembra un gran posto per un bambino, io i miei bambini li voglio accanto, difronte, in braccio, non al centro...), ha fatto un affare pazzesco.
Le famiglie, oggi, sono spesso centrate sul bambino e più o meno consapevolmente si desidera che lui sia estroso, creativo, brillante, originale: un mucchio di roba insomma!
Calzelunghemom ne conosce a decine, piccole pesti impertinenti che dormono in simpatiche brandine (riordinate al mattino dalle tate) e hanno sempre la prenotazione pronta per ogni tipo di laboratorio o altra attività altamente formante.
Maria Montessori era una donna libera, una pensatrice, una combattente.
Una che ci metteva del proprio, che non se ne stava.
I lettini, le ciotoline, le seggioline erano solo mezzi. Erano il suo modo di mettersi accanto al bambino. Non erano il fine del suo pensiero.
Perchè il fine è educare alla libertà, al pensiero divergente, all'autodeterminazione.
Costruire un mondo migliore.
Questo Calzelunghemom vuole insegnare ai suoi figli.

mercoledì 15 dicembre 2010

non è mai troppo tardi

Ci sono giorni in cui ogni più piccola parte di Calzelunghemom è tesa nello sforzo di cambiare.
Cambiare cosa? Si chiede lei, nel tentativo di dare un nome alle emozioni che le si agitano dentro.
Cambiare tutto. E' la sola risposta che si sente di dare a se stessa.
Eppure la maggior parte delle cose non le cambierebbe.
Cambierebbe se stessa, quello sì.
Quand'era ragazzina prendeva carta e penna e scriveva:
Ora basta, da oggi....e arrivata in fondo le sembrava di essere già una persona migliore.
Ora che è diventata adulta per lo più parla con sè stessa, ma ogni tanto ancora scrive.
Non è mai troppo tardi:
per smettere di essere arrabbiati
per provare ad essere gentili
per dare ad ogni cosa il giusto peso
per non sentirsi invasi dalle paure
per smettere di urlare
per smettere di pensare che gli altri ci abbiano rovinato la vita
per imparare a mettere qualche confine
per imparare a tenere alcune cose solo per sè
per credere nelle cose che si fanno
per credere in sè stessi
Da ora, da subito.

martedì 9 novembre 2010

ghost worker

Mi alzo alle sette, sveglio i bambini, sveglio il marito, preparo la colazione, regolo l'elastico dei jeans di Boy (ma dove ve a finire tutto quel cibo?), insisto perchè si metta la felpa pulita, ti sei ricordato lo zaino? Aiuto papà Calzelunghe a cercare gli occhiali (li perde apposta, è chiaro, per costringermi a cercarli...), sempre dondolando, mantre tengo una neonata sul fianco.
Poi padre e figlio escono, e io mi dedico alle bambine di casa, così allatto bebè mentre girl si prepara, poi mi preparo anche io (circa cinque secondi a disposizione, mentre girl intrattiene la piccola urlatrice), quindi preparo Bebè, la metto nella fascia, pettino Girl
-oggi facciamo le treccine mammma?-
-abbiamo preso tutto, niente da firmare, niente da comprare, inglese è domani, giusto?-
Siamo per le scale, una mamma con neonato e una bambina con le trecce.
Dieci minuti di cammino a passo sostenuto, attraverso vicoli e stradine mattonate, che da brava ragazza di periferia mi sorprendo sempre ritrovandomi nel cuore di questa città appena sveglia.
Eccoci di fronte alla scuola, appena in tempo per l'appuntamento con Gaia e Caterina: missione pesci rossi compiuta.
Girl e le due amiche saltellano felici, in un sacchetto la vaschetta con i pesciolini rossi che hanno deciso di regalare alla classe.
Saluto Girl: un bacio grande, è bello vederti così felice bambina mia.
Qualche parola con qualche altra mamma ed eccomi sulla strada del ritorno. Bebè si addormenta nella fascia a pochi metri da casa. Una volta dentro provo a metterla nel lettino. Dorme. Faccio un caffè, comincio a rifare i letti.
Bebè si sveglia, ciuccia un pochino, si riaddormenta, riprovo a metterla giù, finisco di fare i letti, piego le cose mollate lì dai miei figli, metto un pò d'ordine, preparo una lavatrice, Bebè è sveglia.
Di nuovo fuori, il tempo è bello, la porto un pò al parco dell'Acquasola che ormai è tutto un cantiere perchè stanno costruendoci sotto un parcheggio, però è un posto che mi rilassa, con i suoi colori autunnali e il suo chioschetto.
Poi, se metto Bebè a sedere sul tartan dell'area giochi, lei si guarda intorno rapita, ed è così bello guardarsi intorno attraverso i suoi occhi che sono di un colore così diverso da quello di tutti gli altri miei figli.
Sono così felice che tu ci sia, piccolina, che me ne sto li imbambolata a guardarti e mi tornano in mente vecchie parole di una canzone di Susanne Vega che faceva:
We go to the playground in the winter time....
e visto che che sono dell'umore giusto te la canto e tu ridi, continuando a guardarmi come se fossi la custode di tutti i segreti del mondo.
Poi però ti arrabbi e vuoi mangiare e così, ancora una volta, un pò furtivamente, eccoci di nuovo impegnate in questa antica danza , tu ed io, con te che ciucci e io che respiro il tuo profumo.
Pochi minuti dopo siamo alla coop e facciamo la spesa e come sempre ci carichiamo, perchè così va la vita e poi di corsa a casa che è già mezzogiorno.
A casa provo a mettere Bebè sul seggiolone, ma non vuole, sul tappeto, ma neanche...così taglio la cipolla e le zucchine ad intervalli regolari, intanto prendo e metto giù Bebè, che, è evidente, ha sonno, ma prima di farla dormire vorrei provare a darle un pò della sua minestra che è quasi pronta.
Bavaglino, cucchiaino, minestra della temperatura giusta, Bebè sempre più incazzata, riesco a farle mangiare circa un quarto di quello che c'è nel piatto, poi la cambio e l'attacco alla tetta.
Bebè dorme. Finisco di preparare il pranzo, stendo la lavatrice, metto a posto la spesa, arriva Boy
-mamma sono venuto da solo, Fede oggi non c'era-
-Bravo Boy, come è andata a scuola?
Siamo seduti a tavola e mangiamo Boy mi mostra le carte dei Pokemon che ha ricevuto in regalo dal padre di una sua compagnma di classe, appena tornato dal Giappone.
-Ti piaciono?-mi chiede
-Sono scritte in giapponese?-domando
Mi fissa come per capire se scherzo, poi mi comunica che devo guardare tutte le carte e decidere quale mi piace di più e quindi mettere le altre in ordine di apprezzamento e scusate ma devo proprio mettere e posto la cucina e Boy, caro, perchè non cominci a fare i compiti se poi devi andare a calcio?
-C'è Inglese, mamma, mi devi aiutare.
E così studio inglese, mentre metto a posto la cucina, poi studio arte, e storia, e faccio finta di capire come si fanno alcuni assurdi compiti di matematica, l'importante è saper fingere bene perchè Boy da solo se la cava alla grande..
Bebè è di nuovo sveglia, la prendo, ha fatto una cacca puzzolentissima, la lavo, già che ci sono le faccio un bagnetto, Boy accorre con la macchina fotografica
-le faccio il bagnetto tutti i giorni Boy-
-è così buffa in acqua.-
Di nuovo fuori. Io e bebè. Boy resta a casa una mezz'ora, poi va a calcio, tirandosi dietro la porta.
Davanti a scuola faccio un pò di pubbliche relazioni, accetto inviti a feste di compleanno, elargisco consigli sull'allattamento a richiesta, mostro interesse per le iniziative del comitato genitori...ecco GIRL!
Vigliaccamente mi nascondo dietro la mia adorata, trecciolutissima figlia.-
-mamma, ti abbiamo scritto un biglietto di ringraziamento
-a me?
-A te, alla mamma di Gaia e alla mamma di Caterina, per i pesci
-i pesci!
Ma è già troppo tardi, Girl è volata in piazzetta e gioca a ghiacciolo.
Altri dieci minuti di PR, poi
-Girl, dobbiamo andare a danza
Via.
Di nuovo in strada, questa volta in discesa, i vicoli, le viuzze, eccoci a scuola di danza.
Girl va a cambiarsi, Bebè rispondendo ad uno strano meccanismo interno che le permette di orientarsi meglio di un Boy Scout inizia ad urlare. Di solito quando arrivo qui le do la merenda.
Bebè ciuccia, Girl inizia la lezione.
Sospiri deliziati delle altre mamme presenti, anche se qualcuno comincia trovare un pò strano che ad otto mesi...
-davvero ciuccia ancora
-direi di si, se no che ci farebbe arpionata alla mia tetta?
Ancora fuori, approfitto per fare due passi con bebè e lanciare un occhiata al campo di calcio per vedere se Boy è arrivato. E' lì. Ok.
Torno indietro, recupero girl tutta contenta, prendo al volo un litro di latte che la mattina mi sono scordata.
Di nuovo su per le scale. Merda a Boy serviva la carta da lucido. Giù per le scale, in cartoleria. Poi tutti a casa. Ecco papà Calzelunghe, non ho idea di che giornata ha avuto, sì, beh! in effetti un idea ce l'avrei...se tornassi a lavorare anche io...
Invece per ora non torno, uso l'aspettativa e le ferie, e così mentre papà Calzelunghe si lava e si cambia e guarda le notizie e si delizia della presenza di Bebè e dei racconti pesceschi di Girl io preparo la cena, carico un'altra lavatrice, faccio fare il compito di inglese a girl, apro la porta a Boy, allatto ancora un pò bebè, aiuto Boy a prendersi la biancheria pulita, do a tutti da mangiare, riallatto Bebè, la cambio le metto il pigiama, l'allatto ancora un pò, si addormenta, la metto a letto, metto a letto i ragazzi, mi faccio raccontare la cosa più bella della giornata, do loro un bicchiere d'acqua, un bacio grande grande, spengo la luce, mi infilo a letto. Papà calzelunghe già dorme. Lui lavora. Io no, perciò accendo il computer...

mercoledì 3 novembre 2010

da lolacorreancheinbici a oh mamma e cose da un altro mondo

Ve lo dico: mai mandato avanti una catena di Sant'Antonio in vita mia...nonostante minacciassero sfighe infinite, quelle che mi giungevano da bambina.
Però sta volta mi sa che lo faccio, la mando avanti...dopotutto si cambia, si cresce, si fanno esperienze nuove e poi c'è sempre una prima volta!
(e il copia e incolla aiuta...se si è pigri!)

1) Quando le maestre, le prof e i parenti domandavano "E tu, cosa vorresti fare da grande?" cosa rispondevate? Cosa avete sognato più e più volte di fare? Quanti mestieri? Quanti sogni?

Credo di aver dato risposte sempre molto fantasiose e poco attinenti con la realtà. Questo ai miei insegnanti non piaceva e spesso venivo rimproverata di stare poco con i piedi per terra. In generale sognavo la libertà, l'assenza di vincoli, una vita vagabonda....a volte la sogno ancora...
Da adulta ho scoperto che non è muovermi senza legami che mi rende libera, ma provare ad essere me stessa, tirarmi fuori dal marmo dandomi forma....o qualcosa del genere...

Quali erano i vostri cartoni animati preferiti da piccoli? Con quali giochi vi divertivate?

Mi piaceva giocare agli indiani. Con i miei cugini, nelle lunghe estati che trascorevamo insieme, creavamo interi mondi fatti di tribù, battaglie, scene a cavallo ma anche balli e cibi da preparare, un delirio collettivo, durato a lungo.
Quando non indianeggiavo mi piaceva giocare al gioco dell'elastico (qualcuno se lo ricorda?), a campana e con le bambole.
Alla tv guardavo un pò di tutto...amavo in particolare le avventure di capitan Harlock, per la malinconia struggente e strisciante che percepivo e che mi rapiva e mi rapisce ancora quando vi incappo.

3)Indicate il vostro compleanno più bello e perchè.

I miei compleanni non mi piaciono. Da quando sono diventata mamma mi piace vedere i miei figli contenti di festeggiarmi. Mi rallegro per procura, tutto qui.

4) Quali sono le cose che volevate fare e non avete ancora fatto?

Ci sono un mucchio di cose che avrei voluto fare e non ho (ancora?)fatto. Forse alcune prima o poi le farò, altre probabilmente le farà qualcun altro. Mi piace pensare che progetti e sogni sboccino avunque e di continuo, perciò non rimpiango troppo quelli vecchi....

5) Ai tempi quale fu la vostra prima passione sportiva e non?

Ho nuotato, nuotato e nuotato. Come molte bambine della mia generazione sognavo un tutù bianco con cui danzare, e intanto nuotavo con il mio costume olimpionico, blu scuro con le bande azzurre.

6) La cosa più bella chiesta da piccini a Babbo Natale.

Temo di non averci mai creduto. Ma ero una bambina generosa e probabilmente avrei chiesto qualcosa di universale, tipo sfamare tutti i bambini del mondo...

7) Il vostro primo idolo musicale.

Robert Smith, dei Cure, una vera malattia...ma anche Morrissey degli Smiths e, tra le ragazze, Siouxsie And The Banshees.

Mi sa che è tutto...la mia prima catena...non si finisce mai di imparare.....
Grazie Adriana/Lola il testimone a oh mamma e cose da un altro mondo

mercoledì 27 ottobre 2010

Tender Boy

Se mi limitassi a guardarti mentre giochi al pallone non lo immaginerei...preciso e scattante come una molla, generoso nel passare la palla, sempre pronto a schermirti in una risata che ti accende la faccia... eppure sei un tipo molto più complicato di così, ragazzo.
Grandi occhi neri che si schiudono su profondità improvvise, un'ingenuità disarmante che a volte galleggia e fa sorridere tutti, te compreso. Un sottile senso dell'umorismo che chissà dove lo sei andato a pescare, una determinazione cocciuta, carica di passione, che fa a pugni con la leggerezza con cui a volte decidi di andare oltre...
Mi sorprendi.
L'altra volta per esempio, in macchina, di ritorno dalla campagna, mi dici:
-Ora che è nata Bebè, mamma, avrai sempre dei bambini...
Ti guardo con una strana faccia, come sempre interrogandomi sul perchè i tuoi pensieri più profondi abbiano sempre una forma tanto sbilenca.
Tu allora mi spieghi
-voglio dire, adesso io ho dieci anni, Girl otto e Bebè pochi mesi.
Quando io e Girl ne avremo più o meno una ventina Bebè ne avrà dieci, e sarà ancora una bambina e quando lei crescerà e ne avrà, che ne so, venti io e Girl magari avremo dei figli e tu sarai nonna....
Continuo a guardarti con una strana faccia, e questa volta non per una questione di forma....
Allora tu concludi
-per il fatto che tu dici sempre che cresciamo così in fretta....
A quel punto, è chiaro, mi è venuto un da piangere, però ho tenuto duro e tirando su con il naso ti ho sorriso, ho detto qualcosa sul fatto che sei un proprio un bel tipo, Boy, e ti ho arruffato i capelli..
Tu ti sei schernito ma non hai smesso di guardarmi e così anche io sono diventata seria e te l'ho detto.
Perchè è vero boy, stai crescendo in un attimo, e a me che sono tua madre, è chiaro, fa un pò paura.
Ma crescere è un'avventura bellissima, ragazzo, e tu hai l'aria di avere tutte le risorse per riuscire a farlo sul serio.
Sapersi sintonizzare sui sentimenti degli altri è una gran cosa, coltivala, come un terzo occhio. Ma non lasciare che questa vista in più ti sia d'ostacolo.
Perciò fa un bel respiro e buttati. Sai bene che in qualsiasi momento hai le spalle coperte e un approdo sicuro.
Non preoccuparti per me, io me la cavo.

lunedì 25 ottobre 2010

Beck!

Niente paura, non mi riferisco ai pidocchi, quelli sono stati debellati facendo ricorso a quintalate di self control e secchiate di pazienza....
Il titolo del post si riferisce a me. Tanto per cambiare!
I'm beck.
Sono stati giorni un pò strani: il ritorno a scuola di Girl e i suoi mille impegni sociali, la nuova avventura scolastica di Boy e i suoi nuovi avventurosi orari, Bebè che comincia a gattonare, papà Calzelunghe che per la prima volta nella sua vita mi sembra un pò in crisi con il suo lavoro e forse con la vita in generale (il che un pò mi spezza il cuore)...
Io resto sullo sfondo, e forse questo è il ruolo che mi si addice in questo momento, volente o nolente.
Cerco di non perdere d'occhio nessuno, prendo appunti mentali, porgo metaforici fazzolettini...forse, a tratti, do segni di stanchezza, ma in generale tengo duro.
Ho molto pensato a questo blog, era come avere una parte di me segreta e accessibile allo stesso tempo....mi sono interrogata sul senso, sul mio bisogno di comunicare, a chi? e perchè?
Mi sono accorta che il blog mi prendeva tempo ed energie e mi sono chiesta se fosse giusto indirizzarle là.
Per un pò sono rimasta in stand by, mi sembrava giusto così.
Oggi sono tornata....e mi sembra già di essermi data una risposta.
So, welcome beck Calzelunghemom!

lunedì 27 settembre 2010

che ti salta in testa? ovvero "mamma mi sono beccata i pidocchi"

Chi ha figli li conosce.
Calzelunghemom di figli ne ha tre e perciò li conosce benissimo.
Sono loro, i fetentissimi pidocchi, tormento di tutte le famiglie alle prese con la scuola.
In realtà Bebè è troppo piccola (almeno spero...), quanto a Boy, per sua fortuna, di solito non li prende.
In compenso c'è Girl.
I Calzelunghe erano passati illesi attraverso gli anni di asilo di Boy: mai beccato un pidocchio su quella testolina bruna.
Poi all'asilo era arrivata Girl, e sorpresa! Parassiti a gogo.
La prima volta Calzelunghemom era rimasta di stucco, aveva attraversato tutte le fasi collegate al trauma (dalla negazione alla presa di coscienza), per armarsi poi di prodotto disinfestante e buona volontà, iniziando la sua personale battaglia contro l'indesiderato ospite che, nel frattempo, si era messo comodo e aveva iniziato ad invitare gli amici.
Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti e Calzelunghemom ha imparato a tenere d'occhio il nemico ed intervenire alle prime avvisaglie, impedendogli di mettere su casa.

Mattina di Sabato 25, ora di colazione.

Seduta a tavola Girl ha l'aria piuttosto provata: la scuola è riniziata da una settimana, e così anche la danza e tutto il resto...
Fine delle lunghe corse in bici insieme a Boy, fine delle mattinate pigre trascorse a leggere e disegnare, basta cazzeggi con le amiche ai giardini: da ora lavoro, lavoro, durissimo lavoro.
Mentre i sottotitoli corrono lungo la sua fronte crucciata, parte lo sbadiglio eloquente ma la mano,ahimè!, invece di andare a coprire la bocca spalancata vira, sorprendenemente, sulla testa dove si esibisce in un'energica grattata.
-ahhh!-Esclama Calzelelunghemom
-Che c'è?
- ti sei grattata...
-????-
-Vai a scuola da cinque giorni e già ti gratti, finisci la colazione che ti guardo...
Guardare, in gergo calzelunghese, significa armarsi di pettinino fine e passarlo ripetutamente attraverso i capelli di Girl, che sono lunghi e biondi, giusto per rendere il tutto un pò più emozionante.
Girl, va detto, è una ragazzina in gamba, molto in gamba, ma, credetemi, anche una ragazzina molto in gamba comincia a gridare come un'aquila dopo un miunuto e mezzo di pettinino fine.
Calzelunghemom cerca di stare attenta e non farle male, ma è praticamente impossibile perchè il concetto è che, per funzionare, il pettinino deve tirare.
E a forza di tirare, se c'è (e, ahimé!c'era...) il parassita viene a galla .
Calzelunghemom sa che, una volta accertata l'origine del prurito, ciò che bisogna fare è contare fino a dieci e non incazzarsi, non imprecare, non cominciare a dire parolacce: i pidocchi godono da matti nel farci andare in bestia, mentre i nostri figli preferirebbero continuare a credere che siamo in grado di affrontare catastrofi del genere in estrema scioltezza.
In generale sarebbe una buona idea tenere a casa una confezione di un qualche prodotto antiparassitario, in commercio ce ne sono un sacco e costano tutti un mucchio di soldi.
Calzelunghemom però è un tipo scaramantico e non ha a casa nessun prodotto di scorta.
Perciò inizia la menata per trovare una farmacia aperta di Sabato e per convincere Papà Calzelunghe ad andarci, pena la casa invasa da orribili mostri succhiasangue.
Una volta riuscita in questa impresa è fatta e Calzelunghemom non deve far altro che seguire le istruzioni riportate sul prodotto.
Dopodiché bisogna ricordarsi di controllare anche tutti gli altri familiar e i parenti più prossimi magari anche quelli più lontani: il nemico è subdolo e può nascondersi sulla testa di chiunque....
Niente come i pidocchi scatena, in Calzelunghemom, crisi di autentica paranoia.....

martedì 21 settembre 2010

super post allattamento episodio 4: co' u latti della mamma

cugina Maria al telefono -...e sai mamma c'era anche Calzelunghemom con Bebè, dovevi vederla
Zia A - quantu 'ndavi ora?
C. M. -sei mesi, mamma, è una meraviglia
Z. A. -l'allatta sempri?
C. M. -sempre, e devi vedere come cresce, ha certe guanciotte...e le gambotte, credimi, è uno spettacolo..
Z. A. -è bella comu l'altri dui?
C. M. -bellissima,mamma, veramente...
Z. A - e per forza, Maria, co 'u latti della mamma....

I bambini allatati al seno sono tutti belli. Davvero! Provare per credere...

venerdì 17 settembre 2010

Finchè morte non ci separi Ovvero/Versus L'inalienabile diritto alla felicità.

Premesso che Calzelunghemom non ama le contrapposizioni, preferendo quelle visioni del mondo che presuppongono una dialettica, quanto segue è il racconto fedele di ciò che è realmente accaduto e che pochissimo spazio ha lasciato per elaborazioni più articolate di ciò che potete leggere in fondo, nell'etichetta.
Accade infatti che sia un pomeriggio di fine estate, declinante verso la sera, l'aria è calda ed umida, le gambe sono pesanti e stanche, Bebè dentro la fascia sgambetta irritata.
Calzelunghemom cammina per le vie del centro storico, in testa pensieri prosaici tipo che cosa preparo per cena.
Non si può dire che si stia guardando intorno ma neanche è sprofondata dentro sè stessa.
Con una mano accarezza Bebè, con l'altra controlla l'orario, alle sette amica Esse le riconsegnerà Boy e Girl, quando.....
C'è una coppia che viaggia verso di lei a velocità supersonica, una coppia felice e carica di entusiasmo, come capita di vederne a volte.
Lei è giovane e carina, nel modo in cui sono giovani e carine tutte le ragazze che, con meno di trent'anni, portano pantaloni a vitabassa e canottierine incollate al corpo, lui è magro e piccolo di statura, tutto fuorchè bello; Calzelunghemom non saprebbe dire quanti anni ha, se non sapesse con sicurezza che ne ha quarantuno. Da dieci anni, infatti, il bellimbusto è sposato con una sua vecchia compagna di studi, una collega piratessa per l'appunto, con cui ha fatto due figli che hanno nove e quattro anni: tutta gente che, evidentemente, dista anni luce dai di lui pensieri.
I due sorridono felici, lo sguardo puntato altrove, i capelli sciolti sulle spalle svolazzano loro intorno (anche quelli di lui nonostante l'innegabile principio di calvizie).
Come se non bastasse, come se tutta la piazzetta già non li guardasse sollevando il dito indice nella loro direzione urlando sdegnosamente: tradiore traditore(mi si perdoni il miraggio, frutto di una personale proiezione), non paghi dell'agitazione che hanno causato in una povera mamma e nella sua piccina i due interrompono la loro folle corsa, si fermano e si baciano, davvero! sulla bocca.
E' un attimo e Calzelunghemom si fionda dentro il primo portone aperto.
Sono due attimi e Calzelunghemom sa per certo che, da qualche parte, fra la gente della sua tribù allargata, c'è un tipee triste dove una mamma e due bambini stanno ululando alla luna.
Sono tre attimi e Calzelunghemom pensa che, a sconvogerla tanto, non è solo il pensiero del dolore che tutto ciò comporta, ha comportato o comporterà, ma anche la felicità che ha letto sul volto del traditore.
E' dunque questo che succede ad un uomo quando tradisce, è quella la sua faccia, una faccia felice che quasi non ricordavamo, una faccia improvvisamente giovane, spavalda, dove persino il capello si allunga?
Brividi a secchiate.

mercoledì 15 settembre 2010

buona fortuna, ragazzo

Un bambino di dieci anni, domani, varcherà per la prima volta il cancello della prima media.
Inizierà per lui una nuova avventura al termine della quale non sarà più un bambino ma un giovane uomo.
La sua mamma lo sa e ha voglia di piangere. E' segretamente convinta che anche lui lo sappia e che sia per questo che, stasera, non riusciva a dormire...ma forse si sbaglia.
Nei giorni scorsi madre e figlio hanno passato un sacco di tempo a scherzare sulle scuole medie, la madre ha raccontato inverosimili episodi romanzati tratti dalla sua esperienza personale lasciando il figlio incredulo ma convinto che potrà solo andargli meglio.
Insieme hanno scelto lo zaino che lo accompagnerà in questa nuova avventura, poi lo hanno riempito con astuccio, diario e una merenda speciale.
Il bambino, fingendo noncuranza, ha chiesto informazioni su una certa maglietta in particolare, la madre con un pò di commozione l'ha lavata, stirata e adagiata accanto allo zaino.
Poi è iniziata la cerimonia dell'andare a dormire presto per potersi svegliare in tempo e numerosi bicchieri di acqua sono stati portati, alcune spedizioni in bagno sono state effettuate, si sono provate varie tecniche di rilassamento corporeo, sono state fatte generiche domande su svariati argomenti di cultura generale, un bicchiere di latte è stato scaldato e dolcificato con il miele, un abbraccio grande è stato dato al papà..
La mamma ha trascorso un pò di tempo a spasso fra i blog e finalmente in camera del bambino è sceso il silenzio.

Chissà come ti senti Boy da solo nel tuo lettino, con questo infinito oceano di possibilità che ti si schiude intorno: crescere, diventare grande, badare a te stesso...sono vertigini o è batticuore?
Io, per quanto mi riguarda, tremo ma resto sulla soglia e ti guardo andare incontro al mondo.
Era più facile, sai, quando eri piccino, facevi due passi avanti con le tue gambette traballanti e poi ti voltavi a guardare dov'ero, incontravi il mio sguardo e sorridevi un sorriso che ti riempiva tutto il viso.
Ora, lo so, ti volterai sempre meno.
E un pò già mi manchi.
Buon primo giorno di scuola media, tesoro.

domenica 12 settembre 2010

Cronache Marziane

Delle quattro donne meno una che, nei giorni scorsi, hanno imperversato sul lungomare di una piccola località turistica della riviera ligure ponentina, trascinandosi dietro, davanti, talvolta a destra, più spesso addosso, una scalmanata compagnia di babanetti composta da sette bambini di età compresa tra i sette e gli undici anni più un'adorabile Bebè di sei mesi, si può dire senza sforzo che arrivano ognuna da un pianeta diverso.
Se non fosse stato per i figli maggiori che frequentavano la stessa classe alle elementari, probabilmente, non si sarebbero mai incontrate.
Calzelunghemom, si sà, arriva da Marte e nella ridente cittadina rivierasca si aggira con i pensiri dell'aliena...
-wow! quindi si molla tutto in cabina e arrivederci al secchio....è che sai noi...la spiaggia libera.., insomma il mare è di tutti, come il cielo, le stelle, l'acqua...questa cosa dei bagni mi fa davvero incazzare ok il lettino è comodo e anche la sabbia è pulita e rastrellata...però continuo a non essere d'accordo e ci vengo solo per non fare la strana e non rovinarvi la festa che se no, io, la mia tribù ohps, la mia astronave, me la trascineri alcuni metri più in la in quel misero quadrato di spiaggia pubblica e libera, (sì, libera, ditelo che vi fa paura questa parola, libera!) che la vostra ingordigia ci ha concesso...ehi! quelle sono le mie patatine preferite...
Amica L, è chiaro, arriva da Saturno e nella ridente cittadina rivierasca ci sta come un topo nel formaggio, con una miriade di satelliti che girano vorticosamente
-wow!come si chiama il bagnino? Non ci crederete mai, ma mentre voi sfamavate la truppa e controllavate che nessuno annegasse mi sono fermata in un delizioso posticino dove fanno un fantastico mojito....che ne dite potrebbero servirmi altri due paia di pantaloni capri? Diavolo, devo essermi addormentata sul lettino! Ci facciamo un aperitivo? Come avete detto che si chiama il bagnino?
Amica D è una terrestre, niente da dire! E'la padrona di casa e di gran lungo la più in bolla del gruppo. Sempre stata così, nessuna sbavatura: Calzelunghemom ci ha provato e riprovato convinta che ognuno di noi ha qualcosa, una stranezza, un punto debole, un inconfessabile porzione della vita in cui è stato qualcos'altro.... Ma amica D non ce l'ha! Ed è anche simpatica, molto simpatica...il che la rende terribilmente sospetta....
Quanto ad amica A, va detto che viene da un pianeta molto Speciale e nella ridente cittadina rivierasca ci è andata solo con il pensiero. Infatti, la Specialista, dopo aver fatto credere che avrebbe fatto parte dell'allegra brigata ha cambiato idea, ha arrembato i due, bravissimi, figlioletti alle altre tre mamme ed è rimasta a casa adducendo complicatissime giustificazioni a sfondo lavoratesco...
Visti i presupposti e le provenienze così diverse, tutti i bambini e le personali intemperanze, il neonato e la quantità di bocche da sfamare chi avrebbe scommesso due soldi sulla riuscita della vacanza?
E invece, magia, si sono diverite! Proprio così, se la sono spassata! Scoprendo un' infinità di punti caldi in cui le traiettorie di pianeti diversi si incontrano.....
Amica A ci sei mancata!

domenica 5 settembre 2010

contrordine: si riparte! (mare, mare, mare...).

-una settimana a casa mia: io, tu,amica l,amica a e bambini..dai, festeggiamo il passaggio alla scuola media...
-il fatto è che....
-non tirare fuori la scusa che c'è Bebè, te l'avevamo detto tutti che sarebbe stato un casino tirare su un neonato senza boicottare il futuro dei tuoi figli e tu a dire "nooo, me la caverò benissimo..."
-ehi! ma sei amica D o la mia coscienza?
-chi lo sa....comunque si parte domenica e si ritorna sabato, se non vieni Boy non te lo perdonerà, e neanche io se è per questo....
Così, ieri e oggi, a casa Calzelunghe nuovi bagagli sono stati preparati, ma questa volta più velocemente.
Niente felpe, felpine, felpette, calze, calzine, calzette ma solo magliette, calzoncini e costumi da bagno.
Indovinate dove si va? Magia, Magia!
(va beh, una felpa a testa la porto....azzurra!)

mercoledì 1 settembre 2010

Super Post Allattamento. Episodio tre: Baby Blue

Calzelunghemom è pazza di gioia:
finalmente è a casa.
Entra ed esce dalle stanze senza tregua, osserva ogni minimo particolare, tutto intorno a lei parla la lingua festosa del rientro.
Casa! Casa! Casa!
-hai visto?-chiede deliziata rivolta al marito- c'è proprio lo stesso disordine che avevamo lasciato.
Consapevole della propria felicità decide di essere magnanima ed ignorare l'occhiataccia che Papà Calzelunghe le indirizza cambiando soavemente interlocutore.
-hai sentito Boy, qualcuno dei nostri vicini sta ascoltando De Andrè...non è incredibile?
Povero Boy! E' così imnpelagato nel conflitto edipico da scimmiottare tutte le espressioni paterne.
-Guarda Girl, non è meraviglioso essere scampate a tutto quel verde...
-mamma a me il verde piace, da grande voglio fare la contadina...
Calzelnghemom riflette in fretta: regola aurea per ogni buon genitore, mai frustrare le aspirazioni dei figli...
-magari la contadina metropolitana, che ne dici? Un bell'orto sul terrazzo...
Povera Girl! In questi ultimi tempi è così impelagata nella competizione con il fratello da scimmiottare tutte le espressioni di Boy.
-E tu Bebè, dormi tranquilla, eh! Felice di essere tornata a casa...
-uuueeeee!
-E che cavolo!
Ma nulla, neanche il pianto di Bebè, può turbare il tripudio di gioia che ha invaso l'animo di Calzelunghemom e deborda da ogni dove...

Poco dopo....

Merda! calzelunghemom è rientrata a casa solo da qualche ora e questa città la sta già uccidendo.
Il caldo è insopportabile e si appiccica ovunque, le zanzare sono in azione a qualsiasi ora del giorno e della notte, i bagagli da disfare si espandono a macchia d'olio, i panni da lavare sono dotati di capacità riproduttive sorprendenti, papà Calzelunghe ha ripreso a ciondolare con pile di giornali sotto il braccio, Boy lo imita, Girl a tratti imita Boy a tratti entra ed esce dalla sua stanza con vasi, vasetti e innaffiatoi
-Ho detto sul terrazzo, Girl, quando sarai grande, un orto sul terrazzo, non oggi in camera tua!
Bebè vocalizza tutta contenta, Bebè si arrabbia, Bebè ciuccia un pò ma poi preferisce guardare Boy e Girl che stufi di ciondolare e zappettare litigano per una figurina, Bebè ha imparato a girarsi sulla pancia e a rotolare, bisogna controllarla a vista, il lettino non le piace, la sdraietta non le piace....
-mamma possiamo vedere un cartone...
Quale fuori di testa ascolta per tre volte di seguito lo stesso disco di De Andrè......
Basta!
Calzelunghemom deve fare qualcosa chè se no esplode...
-esco a comprare il latte-
-il latte c'è- Papà Calzelunghe fa capolino nell'entrata dove Calzelunghemom ha già piazzato Bebè nella fascia e ora sta infilandosi i sandali -Oh, esci con Bebè...in effetti un pò di latte in più fa sempre comodo...
Calzelunghemom è fuori...
Fuori per strada, fuori di testa, fuori e stanca, fuori e stufa, fuori e basta!
-Ciao, sei rientrata
L'amica Esse! Abbronzatissima, rilassatissima, elegantemente disordinata...alla modissima..
-già
-di ottimo umore...ti fanno bene le vacanze....
-ah, ah!
Abbraccio, bacio. Sono anni che vivono nella stessa tribù...
-Andiamo a prendere un aperitivo giù, alla fasta dei ds, vieni?
-no!
-e perchè no?
Calzelunghemom medita di dire la verità, quale verità?
Che è stanca? E che palle.
Che è incazzata? Sai che novità.
Che soffre di sbalzi d'umore? E' per via della stanchezza...
Che tanto non può bere un cavolo perchè allatta...
-Bebè deve mangiare....
-e beh? Non puoi fare quella cosa disgustosa che fai sempre: tirare fuori la tetta e darle da mangiare lì?

Allattare al seno il vostro bambino vi lascerà a corto di scuse: isolarvi, sprofondare in voi stesse e crogiolarvi nel vostro malumore vi sarà quasi impossibile!...

epilogo

Calzelunghemom e l'amica esse se la ridono alla grande ascoltando amica effe raccontare del suo nuovo fidanzato.
Papà Calzelunghe, strappato al suo torpore, è sprofondato con amico elle e il nuovo fidanzato di amica effe dentro una mezza pinta di birra e non è esluso che a breve decida di spiegarci come funziona il mondo...
Per questa ragione Calzelunghemom e le due amiche hanno messo a punto un fantastico sistema di segnaletica con cui avvisare i propri figli, attualmente impegnati in una partita a calcetto, che è tempo di svignarsela.
Bebè dorme e ciuccia, ciuccia e dorme.
Tutti, anche se sembrano in altre faccende affaccendati, aspettano solo il momento buono per alzarsi dalla loro sedia e fiondarsi allo stand delle focaccette di Crevari dove rimpinzarsi per benino della loro farcitura preferita....
A volte basta davvero poco....
Buon rientro a tutti!

venerdì 20 agosto 2010

gioia e tormento agreste

Calzelunghemom è sola.
Con i suoi tre figli e tutti i loro fumetti , con papà Calzelunghe e i suoi svariati interessi, con tutti i parenti di papà Calzelunghe cinque case più in là, con altri parenti tre case più in qua, con la gatta Alice che ha fatto i gattini, con le galline vagabonde, che hanno fatto le uova; in aperta campagna che più campagna non c'è, senza la musica dei vicini magrebini che osservano il ramadan, senza i litigi dei dirimpettai innamorati che si godono la gioventù, senza nessuna amica che suoni il citofono per vedere se è in casa (dove è adesso tutti sanno esattamente chi è in casa....), senza nessuno da incontrare per caso...
Sola in aperta campagna che più campagna non c'è.
I figli entrano ed ascono quando vogliono (tutti tranne Bebè), vivono sulla biciclette e a volte si dimenticano di litigare tra loro...
Papà Calzelunghe ha scordato giornali e altri mezzi di informazione e spazia dalla falagnameria all'orto, curando amorevolmente le zucchine...
Bebè è sempre bebè (uuuueeee!), ma come è bella mentre si incanta a guardare le foglie...con la manina vuole prenderle, per riuscirci gli parla...
Calzelunghemom è sola.
A tratti vorrebbe mettersi ad urlare.
Mentre a tratti se la spassa.

sabato 24 luglio 2010

Super Post Allattamento: episodio 2 bis: Magicamente

E' stata una lunga giornata e Calzelunghemom è veramente stanca.
Sa bene, per esperienza, che non appena si sdraierà sul letto e comincerà a vagare con la mente verso altri dove Bebè si sveglierà.
Eppure, magicamente, questo non la spaventa.
Perchè, vedete, nonostante tutto lei si godrà il momento, quel minuscolo, magico momento in cui la sua piccolina spingerà il visino verso di lei, schiuderà la boccuccia alla ricerca di una felicità che per la maggior parte di noi, ormai, è solo utopia; con le manine grassottelle disegnerà cerchi concentrici sulla sua pelle, con gli occhietti socchiusi cercherà i suoi.
Allattare al seno il proprio bambino significa regalarsi attimi di magia.
Attimi. Il resto è fatica e determinazione.
Ma sono attimi perfetti e i figli crescono in un soffio.

Super Post Allattamento: episodio 2 : Lei viaggia leggera

Giornata durissima.
I Calzelunghe sono in paretenza e questo significa lavoro, lavoro e ancora lavoro per tutti ma soprattutto per Calzelunghemom.
Sveglia dall'alba: piega, stira, sistema, impacchetta......e poi piega ancora...
Prima le è toccato litigare con Girl
-non puoi portarti anche il maglione da sci...
-mamma, in campagna la temperatura è più bassa....
e solidarizzare con Boy
-povero Boy qui c'è spazio solo per due paia di mutande..
Poi le è toccato litigare con Boy
-non puoi portarti tutti i fumetti...
e solidarizzare con Girl
-no, non ho detto che i tuoi fumetti devono rimanere a casa...
Infine è stata la volta di papà Calzelunghe
-Sì, bisogna proprio portarla tutta questa roba, perchè SI', CI SERVE....
Per fortuna, ad un certo punto, tutti sono andati a dormire e Calzelunghemom ha potuto fermarsi un attimo e riflettere: abbiamo preso tutto?
Due borsoni di cose di Boy, due borsoni di cose di Girl, una borsa di cose di papà, una borsa di cose mie, libri, fumetti...
e la borsina?
La borsina contiene un certo numero di Body, qualche tutina, alcune felpine, delle calzine, due sonaglini, un flacone di tachipirina in goccie e...
e niente altro.
No biberon, no tettarelle, no sterilizzatore, no liquido sterilizzante, no tutta quella roba lì. Perchè tutto ciò di cui Bebè ha bisogno sta lì, dentro la sua stanca mamma.
Allattare al seno il vostro bambino vi consentirà di partire per le vacanze sentendovi super leggeri (sempre che non abbiate altri due bambini che, da tempo, non allattate più).

Buone vacanze a tutti!!

mercoledì 21 luglio 2010

Super Post allattamento. Episodio 1: I love shopping con mia figlia

Sabato Mattino.
Calzelunghemom si è svegliata con un presentimento: i saldi sono cominciati da due settimane e lei non ha messo il naso neppure in un negozio, finirà che, anche questa volta, non si comprerà niente!
-Se ce ne uscissimo a far compre?- chiede speranzosa rivolta ai terribili infanti
-di mattina, con questo caldo, noooo- rispondono svogliati guardandola come se fosse appena atterrata da Giove guidando un'astronave fatta di cacca.
-ma, ci sono i saldi...- insiste lei lamentosa, consapevole del tono patetico insito nelle sue parole
Stesso sguardo. Nessun commento. Quindi un nuovo tuffo nella lettura di Topolino.
Troppo umiliante, Calzelunghemom sente che deve reagire. Può farcela, è una donna autonoma, emancipata, ha studiato da pirata....
-Vorrà dire che andrò sola, voi restate con papà.
-con papà....ma dorme...
-svegliatelo!-
E in men che non si dica la nostra eroina si è lavata, vestita, pettinata (?!), poi ha lavato vastito e pettinato (?!) Bebè, l'ha infilata nella fascia ed è partita alla conquista dei saldi.
-merda, non le ho dato da mangiare!
Ma ormai è davanti ad H/M.
E lì è tutto un guardare, pensare, valutare, calcolare percentuali bizzarre, confrontare talloncini colorati, calzoncini sfilacciati, canottierine rigolute...merda! Con Bebè dentro la fascia non potrà provarsi niente! Avrebbe dovuto portarsi il passeggino, certo...anche i tappi per le orecchie...
Potrebbe andare a caso, vediamo: che taglia portava l'ultima volta che si è comprata qualcosa? E che cavolo, chi se lo ricorda! E poi, dopo, ha avuto un bebè....
Calzelunghemom prende in seria considerazione l'idea di fermare una delle commesse e chiedere candidamente: -secondo lei mi entra?- o magari: -Ha idea di quale potrebbe essere la mia taglia?-
Ma qualcosa dentro di lei sussurra -Dignità- impedendole di farlo.
Quindi la svolta ingegneristica...dopo tutto non è impossibile, basta impostare un'equazione con tre incognite:
X è il peso
Y è la taglia
z é l'effetto finale
potrebbe chiamare l'amico Effe che al liceo, in metematica, se la cavava alla grande ma, poi, si ricorda che le equazioni con tre incognite sono un casino da risolvere.....
-UUUEEEEEEEEE!!!!!!- Urla spaventose terrorizzano l'intero piano 2 di H/M, migliaia di occhi si voltano contemporaneamente a fissare la madre snaturata che, con 40 gradi all'ombra, ha trascinato per negozi una povera bebè di quattro mesi e mezzo, senza neppure farla mangiare.
Sono queste le situazioni in cui Calzelunghemom sente che tutto quell'andare a caso nella vita le ha insegnato qualcosa....
Così, acchiappa al volo il primo prendisole plissettato che le capita a tiro e si rifugia in un camerino del reparto bimbi. Quelli sono sempre vuoti.
Lì si lascia cadere sullo sgabello, libera Bebè dalla fascia, l'attacca alla tetta e finalmente si rilassa.

1)L'allattamento al seno permette, anche alle mamme più incasinate e disorganizzate, di nutrire amorevolmente il proprio piccolo ovunque ciò si renda necessario.

2)L'allattamento al seno non potrà aiutarvi a fare shopping, se non conoscete la vostra taglia, ma almeno eviterà che quelli della sicurezza vi sbattano fuori dal negozio


Epilogo

-ciao, mamma, finalmente sei arrivata, cosa ti sei comprata?
-niente, sapete, non c'era un granché, e voi cosa avete fatto?
-papà ci ha permesso di guardare un cartone, uno di quelli lunghi, noi glielo abbiamo detto che tu non sei d'accordo, ma lui ha proprio insistito...
-sì, e adesso dov'è?
-Sul divano, guardava il cartone con noi ma poi si è addormentato.
Ma se non ti sei comprata niente che c'è in quei sacchetti?
Indovinate un pò?
Due paia di calzoncini per girl, alcune magliette per Boy, qualche body per bebè, perfino una camicia per papà Calzelunghe...
Ci sono taglie che Calzelunghemom conosce alla perfezione.

giovedì 15 luglio 2010

Super Post Allattamento: episodio pilota

E' dal giorno in cui ha iniziato a scrivere su questo blog che Calzelunghemom ha in mente di scrivere un super post sull'allattamento...una specie di enciclopedia universale in formato Post.
Nonostante le buone intenzioni, un'opera così sistematica non è nelle corde della nostra povera Mom, che quindi ridimensioneràrà le proprie aspettative e proverà a raccontare, un pò alla rinfusa, la sua esperienza di mamma che allatta...magari a puntate...
Infatti, ogni volta che la nostra Mom si appresta a mettere insieme titolo e prime dieci parole, Bebè inizia a strillare ed allora è tutto un correre per tirarla sù, provare a calmarla, cullarla, dondolarla, canticchiarla ed infine, visto che tutti gli altri tentativi si sono rivelati vani, attaccarla al seno.
Non sorprenderà sapere che, nonostante nessuno in famiglia sia particolarmente incline al misticismo, l'esclamazione più frequente in questi giorni a casa Calzelunghe è "benedetta tetta"
-ma come fanno le mamme che non allattano a calmare i loro piccoli?-
Allattare un bimbo che piange aiuta a calmarlo.
Questo, secondo Calzelunghemom, è già un buon motivo per allattare.
Nei prossimi giorni proverà a pensarne altri e, con un pò di fortuna, forse riuscirà a scriverli.
Se vi va di raccontare le vostre esperienze di allattamento (o di biberon)
fatevi sotto: leggerle sarà un piacere.

continua

martedì 13 luglio 2010

Le affinità elettive

Va da sè che Goethe non è il genere di autore per cui Calzelunghemom si strapperebbe i capelli (va detto che ce ne sono alcuni/e per cui lo farebbe senza esitazione), il che è un bene considerata la quantità di capelli che sta perdendo in questi giorni.
Comunque sia il titolo della sopra citata opera ha sempre esercitato una certa suggestione su di lei e adesso non le sembra vero di poterlo usare.
Alcuni le chiamano coincidenze, per Calzelunghemom sono ben altro, benché non sappia esattamente che cosa.
Sta di fatto che quando ha visto Ci per la prima volta ha pensato: "mi piace". Dopo un paio di chiacchierate ha intuito il legame, anche se non le era chiaro quale fosse. Ok, Ci lavorava nel suo campo, ma non era quello; abitava nel suo quartiere, ma non era neanche quello; le piacevano i Cure, niente da fare; stava vivendo una tormenta storia d'amore con qualcuno(Calzelunghemom adora le storie d'amore soprattutto quelle tormentate!), fuocherello.
Capitava che Ci fosse amica (per ragioni di altro lavoro, economia a mosaico, ve ne parlerò...) di Effe, un vecchio amico di Calzelunghemom che pensò:- sì, può essere questo!-
Per Calzelunghemom, stringi stringi, va sempre a finire così...è la legge della tribù.
Per farla breve, in men che non si dica, la nostra inarrestabile Mom aveva deciso che Ci aveva una storia d'amore con Effe e non una storia d'amore qualsiasi, ma una storia d'amore tormentata.
A quel punto aveva cominciato a non dormirci la notte: era perseguitata dagli incubi.
Effe, infatti, stava attraversando una grave crisi di coppia con la moglie Elle, che Calzelunghemom conosceva e che le stava anche simpatica.
Gli incubi riguardavano la possibilità che Elle, colta da improvvisa ispirazione, intuisse il legame che collegava Effe a Ci e Ci a Calzelunghemom, dalla quale sarebbe corsa per chiedere spiegazioni, mettendola difronte al difficile dilemma di quale legame proteggere : l'annosa amicizia con Effe? La nuova, stimolante, amicizia con Ci? O la solidarietà per una donna che, in un momento di crisi, veniva così biecamente tradita dal suo compagno?
Voi cosa avreste scelto?
Di sicuro c'era da perderci il sonno.
L'illuminazione arrivò di pomeriggio. Calzelunghemom e Ci chiacchieravano amabilmente di conoscenze comuni; in realtà Calzelunghemom stava disperatamente cercando di cogliere il momento opportruno per fare la fatidica domanda, quando, senza sapere bene perchè, si era messa a parlare di Gi. Parlava di Gi da un pò, descrivendolo: lo conosci...., hai presente..., ti ricordi...e intanto registrava, da qualche parte dentro di sè, un cambiamento nell'espressione di Ci.
Poi le due si erano salutate.
Un'ora dopo, Calzelunghemom stava aspettando i figli difronte al cancello della scuola, l'illuminazione l'aveva folgorata: Che cretina! Era chiaro, Ci era innamorata di Gi.
Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti, Ci e Gi si sono mollati e ripresi circa duecento volte e l'amicizia tra le due è cresciuta e si è rinforzata.
Capita ancora, ogni tanto, che Ci e Calzelunghemom si piscino sotto dal ridere rievocando l'intera faccenda, con Ci che scuote la testa e non si capacita di quanto fosse fuori di testa Calzelunghemom per potersi immaginare una mostruosità del genere: una tormentata storia d'amore con Effe?! Ma dai....
Qualche giorno fa, complice la nuova rottura con Gi e la Bebè appena sfornata da Calzelunghemom, Ci si è recata a casa dell'amica per pranzo.
Presa in ostaggio dall'intero clan dei mocciosi Calzelunghe, la poveretta non ha avuto altra scelta che tentare di distrarli facendo finta di interessarsi alla fitta e disordinatissima libreria del soggiorno.
-L'hai letto anche tu?-ha eslamato tirando via dagli scaffali un vecchio, impolverato, libro.
-è uno dei libri che da ragazzina ho amato di più-
-daì, io ho adorato Alison, era così diversa da me...-
-e te la ricordi le tre superbugie?-
-Sì,...ti ricordi la terza?-
-La terza è ti amo-
-ti amo, cazzo aveva ragione....-
La Pimpa e la Pimpa gemella.
Alison! Ecco scovato, il legame!
A volte, gurdando Ci andare incontro alla vita, Calzelunghemom pensa che, se non si fosse innamorata di papà calzelunghe e non fosse diventata mamma, sarebbe stata così: coraggiosa, interessata alle persone, sempre in partenza per qualche posto e per qualche cosa, costantemente appesa ad un amore impossibile.....

venerdì 9 luglio 2010

oh boy!

Ci sono notti come questa in cui calzelunghemom sente, anzi sa, di aver sbagliato tutto.
C'è questa notte in cui, anche se tutti (sì, anche bebè!) dormono profondamente, Calzelunghemom sa che non riuscirà a dormire.
Se Calzelunghemom fosse un lupo ululerebbe, ma è una mamma e così scrive; che scrivere, poi, è il modo in cui ha sempre comunicato con se stessa.
Quando Boy era un bebè era tutto più semplice, non semplice semplice, perchè Boy ha sempre avuto un carattere deciso e ha sempre saputo, o comunque presteso di sapere, cosa era meglio per lui, però bastava cercare di sintonizzarsi, andargli incontro, stringerlo forte e di solito si ritrovava l'armonia.
Ora che Boy è un diecenne prossimo alla scuola media ha deciso di mettere in discussione ogni cosa.
Calzelunghemom di solito mantiene la calma, prova a parlare con lui, a sintonizzarsi, ma qualche volta il carico è troppo pesante o la nuova provocazione troppo vicina alla precedente e così, come stasera, Calzelunghemom sbotta e si arrabbia e dice cose idiote e minaccia punizioni che mentre le dice se le è già scordate tanto sono lunghe e articolate e poi sull'orlo delle lacrime si chiede a cosa sia servito tutto quello studiare da pirata per poi comportarsi come la più stronza delle madri anni cinquanta.
Boy tiene duro e risponde, lo fa con tracotanza e con la stessa determinazione con cui ciucciava il latte o si rifiutava di salire sul passeggino da piccino. Calzelunghemom lo sa che è stata quella determinazione, fra le altre cose, a trasformarla da personaggio di un racconto in mamma. Però non riesce a pensare a questo, ma sente solo la sua rabbia, o è la rabbia di Boy?
Anche papà Calzelunghe è arrabbiato -Boy non se ne può più- e così neanche si può fare il giochino del poliziotto buono e di quello cattivo che tanto poi non gli riesce mai perchè loro vogliono tutti e due fare i genitori, i tuoi genitori, Boy.
E così ora siamo qui, tu nel tuo lettino a dormire ed io davanti al computer a scrivere con un enorme senso di colpa.
Lo so che domattina ci sveglieremo e faremo pace, un pò la abbiamo già fatta che andare a dormire arrabbiati non ci fa bene, io mi scuserò, tu ti scuserai e poi cominceremo a tirar giù le tazze per la colazione, va sempre a finire così tra persone che si vogliono bene. Però sento che qualcosa sta cambiando, sento che tu stai crescendo e io devo trovare una strada nuova per venirti incontro.
Tu sei così spietatamente in gamba che io forse non ti sto dietro, devo allungare il passo, aguzzare la vista, smettere di sentirmi messa alla prova e fidarmi di te.
Fidarmi di te.
Guarda ora chiudo il computer ed inizio.

martedì 6 luglio 2010

ufficio reclami

Ufficio reclami

Calzelunghemom: buongiorno, vorrei presentare un reclamo formale.
Impiegato: dica pure...ma prima...vuole accomodarsi, quel bambino, lì dentro...starà comodo?
Calzelunghemom: è una femmina e sì, sta comoda, lei, ma non le piace che mi segga, perciò starò in piedi, se per lei è lo stesso...
Impiegato: si figuri, come preferisce lei...o l'altra, insomma, come preferite voi...dunque vediamo, di che si tratta...
Bebè: UUUUEEEEE!
Impiegato: avrà fame...quando deve mangiare?
Calzelunghemom: tra tre ore...in effetti però..le dispiace se la allatto..un pochino, giusto per calmarla un pò...
Impiegato: faccia pure...resta in piedi?
Calzelunghemom: no, se non le dispiace mi seggo...sa preferisce la posizione seduta quando mangia
Impiegato: prego si accomodi...certo che ha già le idee piuttosto chiare per avere...quanto ha?
Calzelunghemom: quattro mesi...in effetti sì, appunto era anche per questo che...
Impiegato: prima figlia?
Calzelunghemom: no,ecco, appunto...è la terza....
Impiegato: e di notte dorme?
Calzelunghemom: beh,...si sveglia...mangia spesso, resta nel lettone...quasi sempre...in realtà sempre...
Impiegato: dicono che dovrebbe farla piangere...lei la lascia piangere un pò e la piccola si abitua...è il metodo del nazicatalano, lo sanno tutti...lei no?
Calzelunghemom: no...non credo sia il metodo che fa per me...sa anche con gli altri...
Impiegato: così si viziano...
Calzelunghemom: non sono viziati, gli altri due intendo...sono ragazzi in gamba...
Impiegato: beh, contenta lei...dunque di che si tratta?
Calzelunghemom: scusi?
Impiegato: il reclamo...perchè reclama..
Calzelunghemom: oh sì, il reclamo....dunque: mi avevano assicurato che partorire i terzi era come starnutire, che una volta nati dormivano anche nell'acqua (che poi vorrei sapere che vuol dire)...e che crescevano da soli...
Impiegato:beh sì, in effetti è ciò che si dice dei terzi...
Calzelunghemom: ecco vede io ho avuto un travaglio lungo e doloroso, la bebè dorme poco e solo come vuole lei...io non dormo una notte intera da non so quanto e la mia casa è un vero disastro perchè ce l'ho sempre in braccio ...
Impiegato: in effetti quattro mesi è ancora in garanzia...vuole restituirla?
Calzelunghemom: Giammai! La adoro...
Impiegato: vuole mandarla in assistenza?
Calzelunghemom: impossibile, la allatto e poi...proprio non potrei separarmi da lei...
Impiegato: insomma che vuole?
Calzelunghemom: lamentarmi.....piangere magari un pò, sa per via della stanchezza...
Impiegato: vediamo...mi sembra di capire che lei pratica il parenting attachment...
Calzelunghemom: beh sì in effetti...detto in inglese suona un pò idiota....diciamo che provo a seguire il mio istinto.....
Impiegato: mi dispiace ma in questo caso non accettiamo reclami o lamenti e neanche le lacrime
Calzelunghemom: beh, sì, capisco...comunque grazie.
Impiegato: di nulla, avanti il prossimo...sì lei con il piccino che strilla nel passeggino...

venerdì 2 luglio 2010

riproduzione: le parole per dirlo

Diversi mesi prima.

Girl (toccando con la manina la pancia della mamma): mamma ma come fanno i bambini ad arrivare nelle pance delle mamme?

Niente panico, Calzelunghemom sa come affrontare certe questioni, è femminista, emancipata, ha studiato da pirata..

Calzelunghemom: vedi girl, quando due persone si amano.....
Girl(interrompendo, per fortuna, la madre): sì mamma me lo dici sempre....i papà e le mamme si vogliono bene, che bello!(esclamazione pronunciata in tono chiaramente canzonatorio), ma voglio sapere come fa il bambino ad arrivare lì dentro, chi ce lo mette, hai capito?

Calzelunghemom non si perde d'animo, prova a visualizzare il cordone che parte dalla sua pancia e la collega a quella della figlia di sette anni:
onestà e rispetto per la sua età, questo le sta chiedendo.
Ce la può fare...

Calzelunghemom(dolcemente): nessuno mette il bimbo nella pancia della mamma. Succede che una cellulina del papà incontra quella della mamma e ...bla bla bla....nove mesi...bla bla bla....bambino...bla bla bla...hai capito?
Girl fa segno di sì con la testa, stampa un bacio sulla guancia della madre e vola via.
Calzelunghemom tira un sospiro di sollievo: ancora per questa volta non ha dovuto rispondere alla domanda su come la cellula del papà arriva nella pancia della mamma.

Diversi mesi dopo.

Papà Calzelunghe (emergendo da dietro il giornale): Girl, ti dispiace mettere a posto il tuo puzzle, hai sparso pezzi ovunque...
Girl(con voce calma e controllata): un attimo papà, sto saltando la corda.

Trenta minuti dopo

Papà Calzelunghe (emergendo da dentro il frigo con un pezzo di formaggio in bocca): girl, potresti mettere via il puzzle e la corda...
Girl(con voce rassicurante): aspetta papà, sto montando il castello...

Un'ora dopo

Papà Calzelunghe (emergendo da davanti al computer, con tono spazientito): girl, il tuo puzzle, la tua corda, il castello...vuoi mettere in ordine!
Girl(guardandolo in cagnesco):dov'è la mamma?
Papà Calzelunghe (spiazzato):cosa c'entra la mamma?
Girl(continuando a guardarlo in cagnesco): Beh, lei mi ha tenuto in pancia nove mesi, tu ci hai messo solo una cellula!

mercoledì 30 giugno 2010

indovina che c'è per cena

Ore sette pm,
casa calzelunghe,
cucina.
Boy e Girl stravaccati sul divano attaccano adesivi (si chiamano stickers, mamma) su un vecchio diario, Bebè se la dorme alla grande tanto per chiarire a tutti che stanotte darà il meglio di sè.
Calzelunghemom, nascosta da una massa indomita di capelli che da mesi non vedono un paio di forbici (e spesso neppure il pettine!), ha apenna finito di lavare, affettare, mescolare e condire verdure crude per l'insalata, da accompagnare con formaggio di capra bio, acquistato durante uno dei suoi schizzofrenici raptus salutisti.
Intanto sul fuoco bolle Il Minestrone.
Papà Calzelunghe, reduce dall'ennesimo tuffo nel giornale entra in cucina da un'occhiata al pentolone ed esclama:
-e se stasera cucinassi io-
Va detto che tutti i maschi Calzelunghe vanno matti per la cucina, peccato che se ne ricordinio sempre dopo il tramonto...
-Ho fatto Il Minestrone- esclama Calzelunghemom, indicando con il cucchiaio di legno (e un'innegabile aria di sfida) i fornelli da cui proviene il minaccioso ribollio
-Noooo!!!!- Urlano in coro i terribili infanti interrompendo per un nanosecondo l'appicicaticcia attività.
-e se facessimo anche delle fettine impanate?- domanda papà Calzelunghe con tono candido ed innocente .
-Siiii!!!-Urlano in coro le due canaglie come se qualcuno avesse chiesto loro un parere
-piano che svegliate Bebè- esclama papà Calzelunghe nella sua migliore interpretazione del sè stesso autorevole, capace di offrire complicità e protezione alla moglie facendosi custode dell'armonia familiare.
Ma Calzelunghemom non si lascia abbindolare: sono anni che sgama macchinosi sabotaggi da parte di quella banda di carnivori.
- fettine impanate...magari!-esclana soave- certo sono quasi le sette, bisogna uscire per comprarle, impanarle, friggerle....e, se esci, potresti fare la spesa per domani....
Panico sul volto di papà Calzelunghe: va detto che i maschi Calzelunghe odiano fare la spesa...soprattutto negli affollati supermercati del dopo tramonto....
-ohhhh!- sospirano rassegnati, in coro, gli intuitivi marmocchi
Calzelunghemom sta segretamente ballando la danza della vittoria, quando:
- Potremmo ordinare il kebab-
-siiiiiii
-uuueeee!
-'fanculo tutti
SIPARIO

sabato 26 giugno 2010

Calzelunghemom: la genesi.

Vi dirò come è andata.
Un bel giorno la piccola Calzelunghe crebbe, e con lei crebbero anche tutti i suoi amici: il cavallo, la scimmia, il pappagallo e anche i due simpatici bambini vicini...e si sa come vanno queste cose: c'è chi si sposa (la scimmia), chi va a studiare all'estero (il cavallo), chi vola verso altri lidi (va beh, è chiaro che sono i simpatici bambini vicini) e chi finisce in terribili giri malavitosi (il pappagallo).
La piccola calzelunghe...che ormai piccola non era più..si ritrovò perciò sola.
Per un pò se la spassò (da non credere alla fatica che si fa per tenere in disordine una casa in cui vivono tutti quegli animali e bivaccano tutti quei vicini) ma dopo un pò cominciò ad annoiarsi.
-Urge un diversivo- si disse.
Così scrisse un sms, lo mise dentro una bottiglia e lo inviò al suo ormai vecchio padre che le rispose saggiamente:
-Investi in una carriera!( e sì! Il vecchio calzelunghe, nel frattempo, aveva rivisto la sua filosofia di vita, si era trasferito a New York ed era diventato un pò yuppi)
La piccola calzelunghe non se lo fece ripetere due volte e si disse:
-sì! Diventerò un pirata- e per far capire che non stava scherzando si iscrisse alla facoltà di lettere.
Lì La Calzelunghe si trovò niente male.
C'erano un sacco di aspiranti pirati con variopinti look pirateschi e variopinte idee piratesche e lei ne fece e ne vide di tutti i colori: partecipò numerose occupazioni, manifestazioni, mobilitazioni, disse e pensò (esattamente in quest'ordine) tutto quello che le passava per la testa e riuscì persino a dare qualche esame e a laurearsi ma, prima, LO incontrò.
LO era il genere di uomo per cui una Calzelunghe perde la testa: immaginatevi un frullato di Capitan Harlock e kurt Cobain (senza cicatrice e senza eroina...ma con le converse) e si sa, da cosa nasce cosa e in men che non si dica i due erano sposati, avevano acceso un mutuo e si destreggiavano nella giungla dei nuovi contratti di lavoro che a saperlo prima avrebbero studiato da Tarzan...
I calzelunghe (sì! LO era un tipo emancipato ed aveva preso il cognome di lei, aveva anche promesso che avrebbe lavato i piatti e fatto i letti e pulito il bagno...ma poi si era disemancipato ) erano il genere di coppia piratesca che tutti voi potete immaginare e cosa importantissima si volevano molto bene, eppure.....
-c'è qualcosa che non va- scrisse un giorno La Calzelunghe in una e-mail -c'è qualcosa dentro di me che non è felice- poi mise la e-mail in una bottiglia e la spedì al suo vecchio padre.
-metti a frutto i tuoi talenti- rispose saggiamente il vecchio Calzelunghe (che nel frattempo si era trasferito in San Francisco dove lavorava come counsuler)
La Calzelunghe ci pensò su e poi rispose:
-i miei talenti non valgono un granchè.
ho la forza, una forza gigantesca, poteri far girare l'intero pianeta sopra il mio indice se fosse necessario
ho la fantasia, una fantasia fervidissima talmente galoppante che neanche ce la faccio a pensarle tutte le cose che mi immagino
e ho la pazienza, pazienza a secchiate se necessario.
Ma che ci faccio?
-Non disprezzare i tuoi talenti- rispose il vecchio padre - per ognuno di essi ci sono mille cose cose che potrsti fare e mille Calzelunghe che potresti diventare, ma c'è una sola Calzelunghe per cui serva una forza gigantesca, una fantasia galoppante e secchiate di pazienza....-
E fu così che La Calzelunghe diventò mamma, anzi Calzelunghemom.

giovedì 24 giugno 2010

Alien

oggi mi sono sentita così, per quasi tutto il tempo: un'aliena, e quando non mi sentivo un'aliena mi sentivo sbagliata, tutta sbagliata dalla testa ai piedi.
Me ne stavo lì, in mezzo a queste persone che ormai conosco da un pò di tempo ma che improvvisamente mi sono apparse così distanti, chiedendomi come ci sono finita io in mezzo a loro, su quale navicella spaziale mi sono smarrita per ritrovarmi tra persone con cui, in realtà, non condivido niente.
Non so cosa abbia innescato questa roba, voglio dire è chiaro che io sono fatta a modo mio e gli altri sono fatti in altro modo, ma a volte certi altri modi mi entrano dentro, e mi offendono. La mediocrità, per esempio, il sentirmi ricacciata in un mondo dove ci si misura costantemente a vicenda con malizia, di più, con cattiveria, e se vuoi stare dentro devi ridere e se non ridi sei fuori...non so ma forse mi sono ripiombati addosso gli anni del liceo, quando essere dentro o essere fuori significava non essere mai troppo o troppo poco qualcosa...vivere dentro un costante profilo medio su cui le regine del Ti Giudico vigilavano.
Io ho quasi sempre ballato da sola, allora, e ballo sola anche adesso.
Gli amici e le amiche, come l'amore, non hanno mai avuto per me il sapore del compromesso.
Allora che ci facevo oggi lì ad ascoltare tutte quelle cazzate su attici e fred perry?
I figli e i loro amici, chi sono io per pretendere che anche loro ballino soli?
E così resto lì anche se non rido, e guardo mio figlio, bellissimo, giocare a pallone con i suoi amici, correre felice sull'erba inconsapevole di tutti i miei deja vue e dei discorsi malsani che circolano nel mondo degli adulti.
Intanto nella mente sento la voce di thom yorke che canta
What the hell am I doin’ here?
I don’t belong here

mercoledì 16 giugno 2010

specchio specchio delle mie brame.....

ma in quale deserto sto abitando?
eppure giro per la città, vedo persone...ok per lo più sotto i dodici anni, ma spesso sono accompagnate...e d'accordo, da diversi mesi ormai, tra me e il mondo esterno si frappone una membrana, non solo psichica, questa enorme noce che un tempo era la mia pancia ed adesso è la mia piccola infilata dentro fortunosi mezzi di trasporto appesi alle mie spalle...e poi c'è questa cosa dell'allattamento a richiesta che, lo ammetto, porta chi ti sta intorno a non indugiare a lungo con lo sguardo...ma CAVOLI PERCHE' NESSUNO MI HA DETTO CHE UN INTERO ECOSISTEMA SI E' SVILUPPATO ED E' CRESCIUTO TRA LE MIE SOPRACIGLIA?
Insomma uno schifo...come se non beastasse la panciotta molliccia, i capelli che cadono e lo sguardo allucinato....dove diavolo si è cacciata la mia FATA MADRINA?
Urge un piano,
Vi terrò aggiornati...intanto, per ora mi armo di puinzetta e strappo.

venerdì 4 giugno 2010

Fulmini e Saette

Ok, piratina dorme, la lavatrice gira, ho lavato la maglietta a Piratello che pomeriggio se la deve mettere, asciugherà? Se mai accendo un calorifero, che con questo caldo papà calzelunghe è la volta che mi molla...ma tanto è al lavoro, comunque forse si asciuga da sola altrimenti c'è sempre il phon.... Piratella oggi non ha impegni però devo ricordarmi di portare le sue scarpe dal calzolaio che sono due giorni che gira con quelle da trecking e con questo caldo non è il massimo...però forse dovrei provarle i sandali di suo fratello dell'anno scorso che li ha messi così poco che sono quasi nuovi...poi c'è la spesa e questi amici a cena con un bambino che non mangia un fico (cosa si prepara per un bimbo a cui non piace niente?), e non ho ancora fatto i letti e devo ricordarmi di preparare la richiesta di aspettativa da portare lunedì al lavoro che se no mi licenziano...e quanto a stirare io ormai piego e basta ma anche piegare prende il suo tempo....
Da bambina sognavo avventure su navi corsare, solcando mari in tempesta, una bambina treccioluta con occhi e nasino puntati lontano, tra eroi silenziosi e inquieti dei quali naturalmente mi sarei innamorata, perennemente in viaggio verso altri dove ed altri quando.... che, crescendo, su mari metaforici ci sono pure stata e il mio eroe silenzioso e inquieto l'ho anche incontrato e l'ho anche sposato...solo che poi non era più così silenzioso (beh, è rimasto inquieto!...)...e...Fulmini e saette, Piratina si è svegliata!

giovedì 3 giugno 2010

Legoland

Volevo scrivere un post sull'allattamento, una cosa COME IL DECALOGO DELLA MAMMA CHE ALLATTA...un progetto senza ambizioni...però piratina ha l'aria di non voler dormire ancora a lungo e così rimando il post biblico e mi lancio in una breve dissertazione sul senso della vita.
Un pò come costruire un grande lego avendo a disposizione un mucchio di pezzi ma non uno schema predefinito, nè tanto meno le istruzioni. All'inizio metti i pezzi a caso, sperimenti; provi a stravolgere lo schema che ti hanno cucito addosso, lo schema che hai visto mettere in atto da altri, magari combini qualche casino e ogni volta ti tocca ricominciare da capo. Con un pò di fortuna dopo un pò cominci a capire quali pezzi ti occorrono davvero, magari li scegli "a caso" ma una volta scelti sai riconoscerne l'importanza e li maneggi con cura. Sempre meno pezzi, sempre più importanti....e così la vita va avanti e tu costruisci ne costruisci il senso.... forse oggi è Santa Metafora.

lunedì 31 maggio 2010

to bio or not to bio

ci sono giornate terribilmente faticose, come questa, in cui bisognerebbe avere un forziere pieno di dobloni nascosto da quache parte. Si potrebbe andare a letto contenti, accantonado la stanchezza e la tristezza che spesso le fa da compagna, e immaginare quintali di caramelle da comprare l'indomani e frotte di amici a cui regalarle...forse basterebbe un forziere pieno di caramelle...
Comunque sia qui di forzieri neanche l'ombra, sono stanca e malinconica e domani mattina devo fare la spesa...
Ma voi comprete tutto bio?
Una parte di me vorrebbe farlo, vorrebbe avere l'energia necessaria a far parte di qualche gruppo di acquisto, oppure il coraggio di spendere tre volte tanto per comprare frutta e verdura da Natura Sì, ma la ME intera non ce la fa e così fa spese schizzofreniche alla coop con magari latte, uova, pelati bio e il resto come capita...a proposito ma perchè la coop non vende più pasta bio non itegrale con il suo marchio?
Alla fine di giornate come queste ci vorrebbe davvero qualcosa....

venerdì 28 maggio 2010

delle virtù e dei vizi

qualche giorno fa,davanti alla scuola dei miei figli, incontro questa mamma che conosco superficialmente, mi saluta dà un'occhiata alla piccina dentro il mei tai, solite esclamazioni e gorgogli indirizzati alla nuova nata, e poi
-ma questa bambina è sempre addosso!
-no, dai, è nel marsupio....ci sta volentieri, si addormenta appena ce la infilo...(e intanto dentro di me -ma perchè mi giustifico....)
-ma così si abitua...poi vuole stare solo con te...
Avrei voluto rispondere seriamente, avrei potuto farlo, avrei potuto rispondere approfonditamente e documentatamente: ho gli strumenti e anche le prove (ho altri due figli!).
Avrei potuto domandarle: si abitua a cosa? a stare bene, ad essere protetta, a dormire sentendosi sicura? ha meno di tre mesi: con chi dovrebbe voler stare.
Invece ho detto qualcosa di banale tipo, crescerà! e sono andata a salutare altre mamme più simpatiche.
Questa cosa che i bimbi si viziano è radicata nelle teste delle persone in un modo che non mi riesce di capire, questa cosa spinge mamme che nemmeno ti conoscono e magari hanno meno esperienza di te a fermarti per strada e a diventarti antipatiche, questa cosa smuove delle cose profonde nelle persone e io davvero non capisco perchè.
E da qualsiasi angolazione la si guardi è un'enorme stronzata!
Quale bestia si è magiata il nostro istinto?
Davvero pensiamo di partorire piccoli mostri manipolatori che ci mangeranno l'anima se non li teniamo a bada. E'un film dell'orrore!
E chi è il chirurgo dei legami affettivi capace di capire dove finisce il bisogno e dove comincia il vizio (tra l'altro è una parola così odiosa perche adoperarla parlando di un bambino?)
Provo a riassumere
Mangiare è un bisogno per cui bene un biberon ogni tre ore e rispettate le quantità e gli intervalli /mangiare dal seno ogni volta che se ne ha bisogno è un vizio
Dormire è un bisogno per cui sia ben chiaro che i vostri figli DEVONO dormire e se non lo fanno da soli costringeteli, metteteli nel lettino e se piangono lasciateli piangere/addormentarsi al seno vicino a mamma e papà è un vizio.
Potrei continuare e continuare.... e quello che verrebbe fuori sarebbe che fare un figlio è un bisogno crescerlo rispettando i suoi bisogni è un vizio!

mercoledì 26 maggio 2010

ed in principio i figli crearono la mamma

fino a qualche mese fa l'universo dei blog mi era sconosciuto...usavo internet ogni tanto per spedire mail, controllare l'ordine in cui erano stati editi i libri di quello o quell'altro autore, assicurarmi che robert smith non suonasse in concerto nel bar qui a fianco...cose del genere.
Il mio tempo era fagocitato dalla mia vita che vivevo così intensamente da dimenticarmi anche di fare la pipì.
Poi sono rimasta incinta della mia terza figlia. Quando mi sono fermata dal lavoro ho riscoperto il tempo.
Mentre i miei due figli sono alla scuola elementare io ,come la tartaruga che un tempo fu, ho cominciato a prendermela comoda e lurkereggiando qua e la ho scoperto un universo di mamme e donne che si raccontano
-Mi piace! ho pensato.
Così, ora che la mia nuova bimba è nata e sta qui fra le mie braccia, rimescolando un calderone di emozioni presenti passate e future, eccomi qua.
I miei figli più grandi sono nati e distanza di due anni l'uno dall'altro, il primo ha trasformato la mia vita, la seconda l'ha fortificata.
Il primo è venuto al mondo col botto, accompagnato dallo sguardo meravigliato del papà, è atterrato fra le braccia pronte dell'ostetrica entrando esattamente così nella mia vita. Determinato e sicuro di sè sin dal primo istante: da lui ho imparato tutto, io ho fatto un figlio lui ha fatto una madre.
La seconda l'ho partorita su uno sgabello a tempo di record, letteralmente sgusciata fuori, dolce e bellissima, forte come un leoncino, si è conquistata il suo spazio con pazienza e sensibilità insegnandomi ad essere giusta e facendo di me la mamma orgogliosa di una figlia femmina.
La terza è arrivata dieci anni dopo il primo, nata in anticipo, qualche difficoltà all'inizio che mi ha spaventato a morte, occhioni grandi che dicono tutto e che per me sono fatti della stessa materia del tempo che sarà.
Crescerli è per me l'avventura della vita.

martedì 25 maggio 2010

madri

quando ero incinta della mia terza figlia un'amica ha copiato per me questa poesia....è ciò che sento io sull'essere mamma.

Donna, come ti chiami? - Non lo so.
Quando sei nata, da dove vieni? - Non lo so.
Perche’ ti sei scavata una tana sottoterra? - Non lo so.
Da quando ti nascondi qui? - Non lo so.
Perche’ mi hai morso la mano? - Non lo so.
Sai che non ti faremo del male? - Non lo so.
Da che parte stai? - Non lo so.
Ora c’e’ la guerra, devi scegliere. - Non lo so.
Il tuo villaggio esiste ancora? - Non lo so.
Questi sono i tuoi figli? - Si’.

Wisława Szymborska