venerdì 17 settembre 2010

Finchè morte non ci separi Ovvero/Versus L'inalienabile diritto alla felicità.

Premesso che Calzelunghemom non ama le contrapposizioni, preferendo quelle visioni del mondo che presuppongono una dialettica, quanto segue è il racconto fedele di ciò che è realmente accaduto e che pochissimo spazio ha lasciato per elaborazioni più articolate di ciò che potete leggere in fondo, nell'etichetta.
Accade infatti che sia un pomeriggio di fine estate, declinante verso la sera, l'aria è calda ed umida, le gambe sono pesanti e stanche, Bebè dentro la fascia sgambetta irritata.
Calzelunghemom cammina per le vie del centro storico, in testa pensieri prosaici tipo che cosa preparo per cena.
Non si può dire che si stia guardando intorno ma neanche è sprofondata dentro sè stessa.
Con una mano accarezza Bebè, con l'altra controlla l'orario, alle sette amica Esse le riconsegnerà Boy e Girl, quando.....
C'è una coppia che viaggia verso di lei a velocità supersonica, una coppia felice e carica di entusiasmo, come capita di vederne a volte.
Lei è giovane e carina, nel modo in cui sono giovani e carine tutte le ragazze che, con meno di trent'anni, portano pantaloni a vitabassa e canottierine incollate al corpo, lui è magro e piccolo di statura, tutto fuorchè bello; Calzelunghemom non saprebbe dire quanti anni ha, se non sapesse con sicurezza che ne ha quarantuno. Da dieci anni, infatti, il bellimbusto è sposato con una sua vecchia compagna di studi, una collega piratessa per l'appunto, con cui ha fatto due figli che hanno nove e quattro anni: tutta gente che, evidentemente, dista anni luce dai di lui pensieri.
I due sorridono felici, lo sguardo puntato altrove, i capelli sciolti sulle spalle svolazzano loro intorno (anche quelli di lui nonostante l'innegabile principio di calvizie).
Come se non bastasse, come se tutta la piazzetta già non li guardasse sollevando il dito indice nella loro direzione urlando sdegnosamente: tradiore traditore(mi si perdoni il miraggio, frutto di una personale proiezione), non paghi dell'agitazione che hanno causato in una povera mamma e nella sua piccina i due interrompono la loro folle corsa, si fermano e si baciano, davvero! sulla bocca.
E' un attimo e Calzelunghemom si fionda dentro il primo portone aperto.
Sono due attimi e Calzelunghemom sa per certo che, da qualche parte, fra la gente della sua tribù allargata, c'è un tipee triste dove una mamma e due bambini stanno ululando alla luna.
Sono tre attimi e Calzelunghemom pensa che, a sconvogerla tanto, non è solo il pensiero del dolore che tutto ciò comporta, ha comportato o comporterà, ma anche la felicità che ha letto sul volto del traditore.
E' dunque questo che succede ad un uomo quando tradisce, è quella la sua faccia, una faccia felice che quasi non ricordavamo, una faccia improvvisamente giovane, spavalda, dove persino il capello si allunga?
Brividi a secchiate.

3 commenti:

  1. Stavo pensando a qualcosa di serio da scrivere e m'è caduto l'occhio sull'etichetta: merde in libera uscita.
    C'è dentro tutto!
    Che dire, forse sarebbe bello pensare ad una Lei felice di essersi finalmente liberata di una zavorra, e magari altrettanto innamorata di un bel figo...sarebbe bello però, mica è detto che sia vero!
    Vabè, dovesse capitarvi di vedere mio marito in giro con una giovane fighetta e una faccia così...tirategli pure un cartone che non m'offendo!!

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  2. Concordo con Mammabradipo, l'etichetta è grandiosa ed esaurente. Copurtroppo ce ne sono tante di merde di quel tipo, egoisti e infantili.

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  3. che dire? oltre alla rabbia, l'incomprensione e alla paura che provo in relazione a tale discorso ...
    "come foglie d'autunno" ... siamo tutti un po' cosi...
    baci

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